«Con Stasera CasaMika vi ho invitati tutti a fare festa a casa mia, stavolta sarò io a venire a casa vostra. Verrò bussando alla vostra porta, città per...
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Stavolta si tratterà di un concerto vero e proprio, che arriverà dopo il prevedibile successo di «Ice cream», singolo di lancio di «My name is Michael Holbrook», album in uscita il 4 ottobre, prima che il 10 novembre inizi da Londra il «Revelation tour», destinato a proseguire in Spagna, Francia, Italia, Svizzera, Olanda, Belgio e Lussemburgo, oltre che in Italia, dove le dodici date previste dalla Barley Arts sono forse un record per un artista internazionale di simile calibro, e poi, nella primavera 2020 anche negli Stati Uniti, in Canada, Sud America, Giappone, Cina e Korea. L'identità anagrafica della popstar sottolineata nel titolo, la «rivelazione» del nome del tour, fanno pensare a una sorta di confessione, ad una voglia estrema di raccontarsi. Ma Mika è showman assoluto e va oltre il bisogno di una semplice affermazione del proprio ego, anzi, punta ad una messinscena del proprio doppio, come nella vita in un cartone animato, per citare il suo celebrato cd d'esordio: «Sono andato alla ricerca di chi avrei potuto essere, se non fossi stato me stesso», ammette. «Alcuni artisti si misurano con autentici alter ego artistici, dal grande David Bowie del periodo Ziggy Stardust alla Beyoncé/Sasha Fierce. Io ho fatto il contrario, sono andato a scoprire l'uomo dietro l'artista».
Per ora c'è «Ice cream», «nata in un torrido giorno della scorsa estate, alla fine di un lungo percorso di scrittura. Due anni in cui mi sono confrontato con questioni personali, serie, anche dolorose, e ora mi sento più leggero e libero», assicura: «Era agosto, in Toscana. Avrei voluto andare al mare, o scappare da qualche parte al fresco. Fantasticavo di flirt estivi con qualcuno di supersexy e completamente fuori dalla mia portata, fantasticavo di essere l'uomo che vorrei sempre essere, specialmente in estate. E invece mi ritrovavo soltanto con la scomodità del caldo estivo: sudore, scadenze di lavoro, punture di api, e neanche un alito di aria condizionata. Questo pezzo è una fantasia da sogno ad occhi aperti. Luccica come un miraggio e mi fa sentire come se tutto fosse possibile. Mi sono ispirato all'atteggiamento irriverente del pop degli anni Ottanta e Novanta, penso a un George Michael. Volevo diventare un me stesso migliore, essere orgoglioso di essere un uomo sensuale, capace di esprimere chiaramente il desiderio che mi sono sempre tenuto nella testa. Ed è venuto fuori questo brano. Anche il titolo del tour si collega al mio percorso di ricerca identitaria, di rivelazione, appunto. Sto preparando uno spettacolo ricco di sorprese, forte delle esperienze e del bagaglio acquisito con i miei spettacoli televisivi, ma riportando la musica al centro di tutto». E, per una volta, Napoli non sarà esclusa dal tour-evento. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino