Moccia: «La vita ecco le istruzioni per l'uso senza telefonini»

Moccia: «La vita ecco le istruzioni per l'uso senza telefonini»
«Volevamo produrre un film fatto con i teenager e a loro rivolto: in Italia la commedia teen non è abbastanza frequentata e noi pensiamo che sia giunto il momento di...

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«Volevamo produrre un film fatto con i teenager e a loro rivolto: in Italia la commedia teen non è abbastanza frequentata e noi pensiamo che sia giunto il momento di rimediare», così i fratelli Marco e Nicola De Angelis della Fabula Pictures raccontano «Non c'è campo», il nuovo film di Federico Moccia, ora nelle sale. La storia è semplice e già perfettamente sintetizzata nel titolo: Laura (Vanessa Incontrada) insegnante di liceo e sposata con Andrea (Gianmarco Tognazzi), accompagna i suoi allievi, insieme alla collega Alessandra (Claudia Potenza), in una gita culturale, nello studio dell'eccentrico artista Gualtiero Martelli (Corrado Fortuna). I ragazzi saranno impegnati in un workshop di una settimana con lui, ma quello che nessuno sa è che Scorrano, in provincia di Lecce, dove l'artista vive, è un paesino dove, appunto, «non c'è campo» e il cellulare non prende. Per i «teen» in questione, ma anche per gli adulti, la scoperta è un dramma: staccati da telefonini e social network, i ragazzi sono costretti ad interrompere i loro legami virtuali, tentando la via a loro sconosciuta del contatto diretto.


Insomma, dopo gli oltre 17 milioni di euro incassati da «Perfetti sconosciuti», il tema del rapporto malato con i telefoni cellulari che affligge buona parte della popolazione italiana è ora diventato cinematograficamente appetibile, anche se Moccia rivendica l'anzianità dell'idea del suo film: «Sono stato chiamato da Sonia Olati, che mi ha sottoposto una sceneggiatura nata da un'idea di Francesca Cucci scritta diversi anni fa ricorda - il copione prendeva spunto dalla realtà di un piccolo paese molisano, dove effettivamente non c'è campo. Quando è uscito un articolo dove si diceva che là la gente vive decisamente meglio di chi è sempre attaccato al suo telefonino, la cosa ci ha molto stimolato».
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Il Mattino