Addio a Pino Moris, l’ultimo impresario di cantaNapoli

Se n’è andato via nel suo mese, quando di solito lavorava a una nuova edizione di «Napoli prima e dopo», l’ultimo amarcord televisivo dedicato alla...

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Se n’è andato via nel suo mese, quando di solito lavorava a una nuova edizione di «Napoli prima e dopo», l’ultimo amarcord televisivo dedicato alla melodia classica partenopea, di cui brandiva poi gli ascolti su Raiuno sperando di convincere Viale Mazzini, e magari anche le sempre sorde istituzioni locali, a investire sul rilancio del settore.

 
Pino Moris, all’anagrafe Giuseppe Imperatrice, 80 anni da compiere il 24 dicembre, ha lottato a lungo contro il tumore che lo aveva ridotto su una sedia a rotelle, poi ieri... Affranta, fino all’ultimo vicino a lui, l’amata Gloriana, al suo fianco da sempre, anche se i due si erano sposati solo nel 2005, dopo che a Pietrelcina un frate negò alla cantante l’assoluzione dopo aver scoperto che non era sposata in chiesa. La coppia Moris-Gloriana era stata cementata dalle canzoni napoletane, dalle sceneggiate, dagli spettacoli televisivi, dai dischi, dalle serate, dagli spettacoli di Gaetano Di Maio. Lui, ex attore, organizzava, lei («la mia piccola artista», la presentava Pino con eterno amore) cantava: Bovio, Di Giacomo, Viviani, E. A. Mario ... Nel 1983 era arrivato «Napoli prima e dopo»: lui trovava i fondi, la messa in onda, gli artisti, la location, lei cantava, si ritagliava la sigla, presentava...
 

Discusso per i modi, Moris era l’ultimo impresario di cantaNapoli, estremo e ostinato romantico di questo piccolo mondo antico. In tanti gli dovevano tanto, da Mario Merola a Nino D’Angelo di cui era stato impresario nel periodo del caschetto: fu lui a portarlo all’Olympia. In tanti - Mario Da Vinci, Nunzio Gallo, Aurelio Fierro - avevano immaginato con lui di rifare un Festival di Napoli, una Piedigrotta, qualcosa che ricordasse la grandezza dei classici veraci e, magari, ne lanciasse di nuovi, anche se non era certo un modernista, anzi. Amava Napoli e la sua cultura passata, come i fratelli, Gigi e Edoardo Imperatrice, in arte i Fatebenefratelli. Negli ultimi anni cercava nuovi sbocchi per il suo lavoro: aveva prodotto la «Filumena Marturano» con Gloriana che debuttò al San Ferdinando nel Natale di due anni fa, nel 2010 era tornato sul palcoscenico, al fianco della moglie, naturalmente, in «Ricchi in canna e poveri sfondati», da Petito: «Riprendo questo lavoro dopo 25 anni», raccontò, «ai miei tempi ho fatto l’avanspettacolo, il “cattivo” nella sceneggiata al Trianon negli anni ‘70, accanto a Merola: fu lui a coinvolgermi quando una volta mancò il primo attore». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino