Massimo Ranieri, nuovo album di inediti dopo 27 anni: «La caduta mi ha insegnato a rallentare»

Fossati, Sangiorgi e Lauzi tra le firme del disco

Massimo Ranieri, nuovo album di inediti dopo 27 anni: «La caduta mi ha insegnato a rallentare»
Neanche a dirlo, ha inciso quest'album con il braccio ingessato, il polso rotto, come quattro costole e l'omero: «La notte non dormivo, o al massimo dormicchiavo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Neanche a dirlo, ha inciso quest'album con il braccio ingessato, il polso rotto, come quattro costole e l'omero: «La notte non dormivo, o al massimo dormicchiavo seduto in mezzo al letto. Ma di giorno visto che concerti non ne potevo fare, teatro e cinema e tv tantomeno... beh potevo sempre cantare, no?». Stakanov redivivo, Giovanni Calone dal Pallonetto di Santa Lucia, Napoli, per tutti Massimo Ranieri ha 71 anni e sette vite. Il suo nuovo album, «Tutti i sogni ancora in volo», in uscita venerdì, ha lo stesso titolo dell'ultimo suo libro autobiografico, edito da Rizzoli, e darà il titolo al tour al via il 25 novembre dal Politeama Greco di Lecce. Un disco importante, sorprendente, il primo di canzoni inedite dopo, oddio dopo 27 anni, l'ultimo è addirittura «Ranieri», del 1995, l'anno del quindicesimo posto a Sanremo con «La vestaglia».

Massimo, sono passati davvero 27 anni?.
«Sì, proprio così. Da allora ho fatto dischi di cover, di spettacoli teatrali e iniziato il lungo viaggio nella canzone napoletana classica e moderna diviso con Pagani iniziato in chiave etnica, allora impensabile, e finito in modalità parajazzistica. Dopo aver razzolato nell'erba di casa mia, aver sguazzato nel liquido amniotico della melodia verace, sentivo l'esigenza di un disco di inediti, ne avevo sparpagliati in giro, ma un disco tutto di brani nuovi si perdeva nella notte dei tempi. Tutto è nato sempre con Mauro, con lui abbiamo scelto ed ascoltato i pezzi».

Che poi sono passati nelle mani di Gino Vannelli.
«Ho avuto l'onore di lavorare per la seconda volta con lui dopo Qui e adesso. Il suo suono fusion, la sua voce incredibilmente intonata (la prima volta che sono andato a vederlo in concerto ho pensato che fosse in playback), la sua musicalità... gli invidio tutto. Non tutti i brani proposti gli sono piaciuti subito, qualcuno lo lasciava perplesso».

Tipo?
«Asini: da canadese con le radici in Molise il suono onomatopeico hi-oh non gli diceva molto. Abbiamo discusso, gli ho spiegato cosa vuol dire per noi italiani quel ragliare... Sono orgoglioso del sound del disco».

Il brano è dei fratelli pugliesi Carlo e Niccolò Verrienti, che nel disco firmano altri tre brani, tra cui l'iniziale Canzoni con le ruote, divertissement sui generi musicali.
«Li ho conosciuti prima della pandemia, mi erano venuti a trovare proprio a Lecce, dove ora li ritroverò. Le loro cose mi piacciono molto, sono ironici, divertenti, ma anche feroci: Asini è un attacco contro tanti, se non tutti».

«La mia mano a farfalla» porta la firma di Bruno Lauzi.
«Uno dei grandi cantautori italiani, mai abbastanza lodato. A 16 anni dalla sua scomparsa ho trovato questa sua poesia che Franco Fasano ha musicato e Vannelli ha vestito di mambo».

La mano a farfalla del titolo era quella del piccolo grande uomo con il Parkinson.
«Bruno era un gigante. Ha confessato la sua malattia nella sua Lettera a Mr. Parkinson e l'ha affrontata con dignità e coraggio assoluti. Ricordo che una sera, ormai milioni di anni fa, avevamo finito a teatro, ero a Milano, con il maestro Strehler e stavamo cenando, come nostra abitudine, ad un orario indegno. Bruno arrivò e mi disse: Voglio farti ascoltare una canzone. E io: Grazie, ma lo sai che non canto più, era il periodo in cui mi ero dedicato solo alla scena. Ma lui me la fece ascoltare lo stesso. Era Almeno tu nell'universo, straziante con la sua voce rauca. Lo rimproverai: Mi fai pentire di non voler cantare, è una perla. Dopo anni la sentii dalla grandissima Mia Martini».

L'unico brano già noto è «Lettera di là dal mare», il brano di Ilacqua con cui hai vinto il premio della critica all'ultimo Sanremo. Il tema dei migranti è tristemente attuale.
«È un dramma che continua, noi del Sud lo sappiamo meglio di chiunque altro. E, purtroppo, temo che peggiorerà ancora».

Come sarà lo spettacolo cha arriverà a Napoli dal 24 gennaio, al teatro Diana?
«Lo stiamo scrivendo. Canzoni, ricordi, nuovi sogni. Dovevo mettere in cantina, prima o poi, Sogno e son desto e riparto da Tutti i sogni ancora in volo. Sono un sognatore, sogno di poter sognare ancora, anche se la caduta del 6 maggio scorso, proprio dal palco del Diana, con la grande paura, le ossa rotte e i cinque mesi di pausa forzata, mi hanno spinto a fare i conti con il mio momento psicofisico. Alla mia età... non dico che è tempo di bilanci, ma di rinunciare alle zavorre e di tenersi care le cose che contano. Non sono più un trentenne, ma alla corsa mattutina sul Tevere non rinuncio».

Le immagini video della caduta sono da spavento.
«Me l'hanno detto, non le ho volute vedere. Io ogni giorno, oltre a ringraziare mia madre e mio padre, dico il mio grazie Patate' perché mi ha dato una vita senza mai un attimo di noia. E forse devo dirgli grazie anche per avermi tirato a terra quella sera a Napoli. È stato il suo modo per dirmi che dovevo fermarmi. Ricordo esattamente cosa è successo, sono caduto, è sceso il buio come in I giganti della montagna versione Strehler: un sipario cadeva sulla carretta dei comici per chiudere lo spettacolo. Mi è venuta in mente mammà che ripeteva: Arripuosate nu poco, Giuva'. E io che le promettevo che presto mi sarei preso una bella vacanza a Sabaudia. Mai mantenuta quella promessa».

Hai ancora sogni nel cassetto?
«Molti e ogni tanto qualcuno scapuzzea per farsi notare, per diventare realtà. Come quello di un disco con la grande orchestra, del San Carlo, della Scala, non so. Nel 1973 fui folgorato dal disco dei Procol Harum con la London Symphony Orchestra: voglio vedere come suonano Perdere l'amore o se Bruciasse la città con 120 professori di musica e 80 coristi. Lo dico anche al mio discografico Mario Limongelli: uomo avvisato, mezzo salvato».

Torniamo al disco. Fossati firma «Dopo il deserto»: avevi pensato di portarla a Sanremo.
«Sì, è una chicca, come ogni cosa di Ivano. Poi ho scelto il brano di Ilacqua, però, e mi è andata bene lo stesso».

Giuliano Sangiorgi ha scritto per te «È davvero così strano».
«È un amico, gli ho telefonato, gli ho chiesto una canzone, è arrivata, devo ringraziarlo davvero. Come Pino Donaggio: sono un suo fan da sempre, ho chiamato anche lui, ha scritto una melodia straordinaria su cui ha messo le mani Pacifico, altro talentone: se rinascessi mmi piacerebbe scrivere cose profonde come lui. Tra le firme, comunque, non manca il fido Gianni Togni».

Disco-libro-tour diventeranno uno show per Raiuno, come d'abitudine?
«È possibile, ne abbiamo parlato, la Ballandi vuole produrlo, ma ci servono idee: tutto è stato già detto, fatto, cantato, vediamo se ci vengono. Ci vediamo verso metà gennaio».

Intanto stai girando «La voce che hai dentro» per Canale 5.


«È la mia versione di Pigmalione di Shaw. Ho proposto l'idea a Mediaset, è piaciuta, ma da un film tv l'hanno dilatata a una serie. Un ex cantante esce di galera, dov'è finito per l'omicidio del padre, cantante anche lui. Moglie e figli vorrebbero dismettere l'etichetta discografica di famiglia, ma lui ha ascoltato le nuove voci di Napoli, i trapper. E vuole scommettere su di loro, oltre che liberarsi del segreto che nasconde. Trova una ragazza talentuosa e...». E scommette su La Niña. Nel cast anche Maria Pia Calzone e Gianfranco Gallo.
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino