Nek festeggia 50 anni e 30 di carriera: «Dal pop alla tv, Morandi per modello»

Nessun tentativo o idea per questo Festival di Sanremo»

Filippo Neviani, in arte Nek
Cinquant'anni appena compiuti, da festeggiare insieme ai 30 di carriera: Filippo Neviani, in arte Nek, si affida ai numeri per brindare al termine di una stagione che lo vede...

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Cinquant'anni appena compiuti, da festeggiare insieme ai 30 di carriera: Filippo Neviani, in arte Nek, si affida ai numeri per brindare al termine di una stagione che lo vede trionfatore su diversi piani. Domenica al teatro degli Arcimboldi una folla traboccante d'amore lo ha abbracciato in concerto, mentre la tv lo corteggia dopo il successo su Raidue di «Dalla strada al palco». Lui, intanto, per il mercato natalizio pubblica un album che riassume la sua storia, «5030», otto titoli selezionati dalle classifiche e dal passato più significativo, oltre a due inediti, tra cui «La teoria del caos», singolo apripista: a raggiungerlo in studio, per impreziosire il prodotto, tre amici speciali, Jovanotti, Giuliano Sangiorgi e Francesco Renga, con cui si pensava di poterlo vedere a Sanremo: «Nessun tentativo o idea per questo Festival», assicura lui, «le voci sono nate dopo che avevamo postato alcune foto in sala di registrazione. Ma non è detto che non succeda, prima o poi, magari ci candidiamo nel 2024. A me piace collaborare, condividere i progetti, il gioco delle sinergie sta alla base del nostro lavoro e al senso stesso della musica. Ad esempio La teoria del caos a mio avviso è un grande pezzo: io non ci ho messo la firma, ma lo sento come fosse mio, alla stregua di tanti altri. E la gioia nel cantarlo è uguale, assoluta, totale». 

Sanremo no. Ma un ritorno in tv?
«Mi piace molto la conduzione, davanti a una telecamera, in uno studio, mi sento del tutto a mio agio. Se ci saranno altre proposte interessanti le abbraccerò, ma mai a discapito della musica, che resta il mio binario principale, sin da quando, settembre 1992, è uscito il mio primo disco. Non vedo le due cose in alternativa: Morandi è il mio modello».

I due numeri del titolo suggeriscono bilanci?
«Quello professionale mi sembra più che positivo, lo vedo dalle reazioni del pubblico. Quanto all'età, mi sento bene, ho tanta energia e idee da portare avanti. Vorrei poter cantare in uno stadio, fare un album strumentale, potermi dedicare a una colonna sonora, per associare le immagini alla musica».

E la nuova musica che ci gira intorno?


«Io sono figlio naturale degli anni Ottanta, i miei preferiti restano i Police e i Tears for Fears. Mia figlia segue tutt'altro, naturalmente: le piace la trap, in cui ammetto di trovare belle intuizioni melodiche, mentre sui testi faccio qualche fatica in più».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino