Oliver Stone premio alla carriera all'Ischia film festival: «Adoro Sophia Loren, per me è una dea»

Oliver Stone premio alla carriera all'Ischia film festival: «Adoro Sophia Loren, per me è una dea»
Ha vissuto di tutto, dalla povertà alla ricchezza, dalla guerra in Vietnam alle proteste per i diritti civili in America, dal tunnel della droga alla riabilitazione: Oliver...

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Ha vissuto di tutto, dalla povertà alla ricchezza, dalla guerra in Vietnam alle proteste per i diritti civili in America, dal tunnel della droga alla riabilitazione: Oliver Stone, 75 anni, più di venti film alle spalle e tre premi Oscar due come regista per «Platoon» e «Nato il quattro luglio» e uno per la sceneggiatura non originale di «Fuga di mezzanotte» ha ricevuto ieri sera al castello aragonese il premio alla carriera dell'«Ischia film festival». 

L'Italia le è cara, Oliver?
«Mi piace molto il cinema italiano, come mi piace molto la cultura italiana: il cibo, il senso di ospitalità, la bellezza dei paesaggi. Amo Rossellini e De Sica, sono innamorato di Sophia Loren, lei è una delle mie muse, una delle mie dee. Amo Mastroianni e Fellini. Il cinema italiano è difficile da ignorare, è così ricco, così delicato, così elegante. Amo Bertolucci, che ha raggiunto la vetta con Novecento e dopo non l'ha mai eguagliato: succede a tutti, dopo l'apice puoi solo scendere».

Non ha mai girato un film qui, però
«Mi sarebbe piaciuto molto, ma non l'ho mai fatto e non credo lo farò più. Una volta, anni fa, feci dei sopralluoghi a Cinecittà, con Dino De Laurentiis, ma non se ne fece niente. Dino ha provato anche a lavorare a Platoon con me, ma neanche lì ce l'abbiamo fatta. Poi, ho conosciuto il produttore Fernando Ghia, che lavorava con Franco Cristaldi, nel 1974 e comunque non siamo riusciti a fare niente. Credo che girare in Italia sarebbe stata una grande opportunità, ma è sfumata».

Durante la pandemia le piattaforme hanno surclassato il grande schermo: sono il futuro?
«Credo che anche prima della pandemia stessero acquistando popolarità. Snowden, il mio film, è andato molto bene sulle piattaforme, molto più che al cinema ed eravamo in un momento pre-pandemico. Quindi, credo che il futuro sarà una combinazione di entrambe le possibilità. Ognuno sceglierà se vedere un film sulle piattaforme o sul grande schermo. Io, personalmente, ritengo che sia un peccato rinunciare al fascino della sala, ma non possiamo farci nulla. La purezza della tradizione del cinema sarà compromessa, lo è già, ma dobbiamo renderci conto che non tutti sentono e vedono allo stesso modo. Infatti, mi piacerebbe essere insegnante di cinema, per formare le persone alla cultura cinematografica. Credo che ognuno di noi dovrebbe seguire un corso, anche se purtroppo non a tutti interessa. Ad esempio, i film popolari sono popolari perché sono semplici, fanno leva sulle emozioni, fanno piangere o fanno ridere, così coinvolgono il grande pubblico. Ora, invece, stiamo diventando tutti artisti, ragioniamo troppo, guardate me che fine ho fatto!».

Prossimi progetti?


«Dal 2016 sto lavorando, tra le varie cose, a un libro. Poi, c'è il secondo documentario su John Fitzgerald Kennedy, Through the looking glass che presento la prossima settimana al Festival di Cannes. Si tratta di una rivisitazione del primo film su JFK e l'ho fatto per i giovani principalmente, perché riflettano e sappiano. Da quando ho girato il primo film, infatti, hanno riaperto il caso. È cominciata una terza inchiesta ufficiale. Hanno scavato ancora più a fondo e hanno trovato cose molto interessanti, che si sono aggiunte a quelle pregresse. Resta un caso molto controverso e bisogna conoscerlo. Oltre a questo, c'è un altro film a cui sto lavorando, Bright future, che parla dell'energia rinnovabile. È necessario disfarci del CO2, che ci sta uccidendo. Dobbiamo cercare energie alternative, tra cui il nucleare. Parliamo spesso di energie rinnovabili e come poterle ottenere e tralasciamo una parte importante: ogni cosa ha un costo, in sostanza, tutto ruota intorno al tema del denaro, che è la fonte di potere per eccellenza, alimenta la competitività ed è per questo che l'energia nucleare è la più efficace. Possiamo avere anche altre energie rinnovabili, insieme a questa, come, ad esempio, le fonti a idrogeno. La Francia era il fornitore, leader nel mondo, per l'energia nucleare per lungo tempo, poi la pressione politica da parte del partito verde, che si è opposto al nucleare, ha ucciso il mercato. L'America, la Russia e la Cina stanno ancora lavorando alla produzione di energie pulite ed al modo migliore di utilizzarle. Parlerò di questo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino