«Dieci anni fa ero a Napoli e, passando in piazza del Plebiscito pensai che sarebbe stato bello portare qui tanti pianoforti... ora succede e non posso che essere felice,...
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In un mix di classico, jazz e pop che coinvolge dai piccoli di 6-10 anni in laboratori fino ai giovani diplomati e ai professionisti. Tanti i nomi noti che compaiono all’interno di un programma sterminato, da Ramin Bahrami a Francesco Caramiello, da Danilo Rea a Enrico Pieranunzi allo stesso Kern che si presenterà sia come solista che in coppia con il dj Alessandro Aspide. Una vera e propria festa del pianoforte con eventi completamente gratuiti come ha voluto il Comune che ha sposato l’iniziativa che fa capo per l’organizzazione all’associazione Napolipiano di Marco Napolitano, a Dario Candela per la direzione artistica della sezione classica e Francesco D’Errico per il jazz. «Ho voluto che vi fosse nel cartellone un’idea artistica precisa», dice Candela, «sono nate così le maratone dedicate a Bach e Liszt e gli incontri tra Rachmaninoff e Prokofiev o Mozart e Clementi. Con una sezione speciale dedicata alla danza a Santa Caterina a Formiello».
Eventi che, nati con il patrocinio del Fai-sezione Campania e la partnership della Siae, rispondendo al bando comunale per la Rigenerazione Urbana arrivano fino a Forcella, Secondigliano e Piscinola giungendo perfino con un House Concert in streaming da Berlino a Pomigliano d’Arco. Impossibile seguirli tutti, anche se molti volenterosi, già lo scorso anno giravano la città con l’elenco delle location e cartina per raggiungerli in una sorta di gara per cercare di spuntarne di più.
«Certo non immaginavo un successo simile quando lanciai il progetto, anche se ci speravo», racconta Kern che oggi sarà protagonista in una insolita cornice, quella della scalinata del Palazzo dello Spagnolo in via Vergini dove dovrebbe nascere il museo dedicato a Totò. «Non so ancora bene cosa suonerò, in genere nelle mia performance suono quello che chiede il pubblico o i miei fan su Facebook. A volte improvviso, altre preparo pezzi adatti per l’occasione». E per Napoli? «Oh! Questa è la città ideale della musica, vorrei però che si riflettesse sul ruolo della musica, non è un caso se qui misceliamo classica e jazz, amatoriale e professionale. Tante persone, vedendo che funziona, cercano di aggregarsi e questo è il bello dell’iniziativa, che si allarga sempre di più. Nel 2017 avremo “Piano city” anche a Londra e Monaco di Baviera e chissà, forse un giorno potremmo organizzare una settimana di eventi in tutt’Europa, bello, no?». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino