Pino Daniele, vecchi e nuovi fan al concerto tra brividi e «Appucundria»

Pino Daniele, vecchi e nuovi fan al concerto tra brividi e «Appucundria»
«Pino è» nei cuori e nella testa dei 45 mila che rispondono all'appello per il concerto omaggio al nero a metà Pino Daniele, «il più...

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«Pino è» nei cuori e nella testa dei 45 mila che rispondono all'appello per il concerto omaggio al nero a metà Pino Daniele, «il più grande tributo live della musica italiana», dicono gli organizzatori che hanno lavorato tre anni all'idea partorita il giorno stesso dei funerali. Pino è nelle canzoni cantate a memoria da giovani e meno giovani in fila sotto il sole sin dal primo pomeriggio in attesa che vengano aperti i cancelli, mentre sul palco allestito davanti ai Distinti dello stadio San Paolo gli artisti provano fino alla fine. Pino è in quel 'Pinoo, Pinoò urlato a squarciagola, in Je so pazzo cantato tutti in piedi, negli sguardi freschi di chi oggi ha venti anni e di quelli vissuti di chi venti anni li aveva quella sera di settembre del 1981 quando piazza del Plebiscito, colma oltre ogni limite, ne consacrò il talento internazionale e non è voluto mancare neanche stasera. Alla fine resta vuoto solo uno spicchio di prato per sancire il sold out di un evento che è un grande atto di amore verso il cantautore napoletano scomparso improvvisamente tre anni fa ma anche uno show televisivo dai grandi numeri grazie alla programmazione di Raiuno.

 

Quarantacinquemila posti la capienza assegnata per l'evento a un San Paolo che vede illuminarsi con gli smartphone le due curve a metà e la tribuna per intero. Intergenerazionale il pubblico, che attraversa tutte le fasce d'età, con genitori e figli a braccetto che abbattono ogni distanza anagrafica quando, bandana in testa, si ritrovano a sostituirsi a Eros Ramazzotti per cantare il ritornello di 'O Scarrafone, la canzone manifesto di un'Italia che all'inizio degli anni '90 scopre il fenomeno Lega e si compatta idealmente stasera da Nord a Sud nel ricordo di Pino Daniele. O quando duettano con Elisa e Fiorella Mannoia sulle note di «Quando». Pino è il piccolo miracolo di tanti artisti che accettano di mettersi in gioco al di là delle rivalità e di un pubblico 'danielanò che canta con la stessa passione De Gregori, Baglioni o 'Notte prima degli esamì di Antonello Venditti. Per poi intonare un «Resta cu mme» che sa di preghiera sovrapponendosi all'esecuzione dello stesso Pino in un duetto virtuale da brividi. «Papà stasera è qui, nel mio cuore e in quello di ognuno di noi» dice la figlia Sara visibilmente commossa nell'unico momento di «appocundria» della serata. E nessuno qui ha l'impressione che non sia veramente così. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino