Pippo Franco da Diaco a “Io e Te”, il ricordo del padre: «Conosciuto a sei anni, poi è morto. Ma mi ha lasciato un regalo...». Il conduttore commosso

Pippo Franco e Pierluigi Diaco a "io e Te"
Pierluigi Diaco ospita Pippo Franco nel suo faccia a faccia a “Io e te”. Tra televisione, musica e cinema Pippo Franco è protagonista del mondo dello spettacolo...

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Pierluigi Diaco ospita Pippo Franco nel suo faccia a faccia a “Io e te”. Tra televisione, musica e cinema Pippo Franco è protagonista del mondo dello spettacolo ormai da anni, dalle prime apparizione al successo de “Il Bagaglino”.




Una “persona perbene”, come lo introduce il conduttore, un atteggiamento non da divo che l’ha reso diverso dagli altri: «Col successo – spiega Pippo Franco - la prima cosa da fare è destrutturare l’orgoglio, altrimenti ti uccide. Nasco come pittore, musicista, cantautore, attore e la mia vita è fatta da tante passione, come per gli altri. Non mi identifico con il mestiere dell’attore in quanto tale, che vive nella sua gloria, ma con quella di un uomo che non è nulla e somiglia agli altri. Siamo essere spirituali in cerca di un’esperienza umana».



Nel tempo ha ricevuto diverse critiche: «Mi hanno fatto divertire. Se guardi quello che hanno detto di Totò o altri artisti lo capisci. Se rispondi fai un piacere alle aristocrazie che ritengano che tu sia un inferiore da denigrare, trash. La storia mi ha dato ragione. Io vivo nell’ironia, la vedo nella vita».



Ha conosciuto il papà, Felice Pippo, («Pippo – ha spiegato - infatti è il mio cognome ma tutti mi chiamo così, anche mia moglie), a sei anni. È stato prigioniero di guerra e poco dopo il suo ritorno si è ammalato ed è scomparso, lasciandogli però un regalo: «Immenso e determinante. Io vivo di vita spirituale, credo in ciò che non vedo e sento. Il giorno che è tornato ero in terrazza e stavo facendo un disegno, ho visto un uomo che vestiva coloniale che guardava la strada, ha suonato, ho sentito il palazzo che urlava di gioia. Mi hanno preso e mi hanno portato in braccio a lui, dicendomi: “Questo è tuo padre”. Poco tempo dopo il giorno del mio compleanno, il 2 settembre, è poi scomparso. Ma io lo sento in me, il suo testamento genetico è quello che mi ha guidato e mi guida ancora. Ho imparato tutto da solo, ma se non ci fosse stato la mia vita sarebbe stata diversa e io non sarei qui».
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Il Mattino