Ravello Festival 2022, il programma: De Luca non rinuncia ai maestri russi

Ravello Festival 2022, il programma: De Luca non rinuncia ai maestri russi
Non c'è Gergiev che in questo momento ha cancellato ogni impegno fuori dalla Russia. Ma ci sono Zubin Mehta col Maggio Fiorentino, Riccardo Muti con la Cherubini,...

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Non c'è Gergiev che in questo momento ha cancellato ogni impegno fuori dalla Russia. Ma ci sono Zubin Mehta col Maggio Fiorentino, Riccardo Muti con la Cherubini, Myung-Whun Chung con Santa Cecilia, Harding con la National Youth Orchestra of the Usa, la Slovenian Philharmonic Orchestra diretta da Christoph Eschenbach, l'Asian Youth Orchestra guidata da Bastian, l'orchestra della Radio di Berlino con Jurowski e il discusso Teodor Currentzis con la sua MusicAeterna e un direttore wagneriano come Pablo Heras-Casado (atteso con «Parsifal» a Bayreuth) e il complesso cameristico fiammingo Anima Eterna Brugge solo con musiche di Brukner. Cui si aggiungono due serate jazz realizzate apposta per il festival, una con Dee Dee Bridgewater (con Momrelle, Ricci e la Salerno jazz orchestra il 17 luglio) e l'altra con Wynton Marsalis (con Di Battista, Moroni, Henriquez e Ciniglio il 24 luglio). E i solisti di grido come il violinista Gidon Kremer, il pianista Danil Trifonov o il salernitano Giuseppe Gibboni giovane violinista di recente premiato con il Paganini.

Il «Ravello festival» festeggia i suoi primi settant'anni nel segno delle grandi orchestre con diciassette appuntamenti dall'8 luglio al 3 settembre. E celebra l'anniversario inaugurando il cartellone con la stessa orchestra del San Carlo che tenne il primo concerto a Villa Rufolo nel 1953 e con l'identico programma wagneriano di quella sera, qui diretto da Juraj Valcuha: il Preludio da «I maestri cantori di Norimberga», il preludio e morte di Isotta dal «Tristano e Isotta», l'incantesimo del venerdì santo dal «Parsifal», il mormorio della foresta da «Sigfrido» e, per finire, l'ouverture del «Tannhauser». «Nel mondo ci sono solo due festival che si caratterizzano come Ravello, Lucerna e Ravinia. Ma Ravello è unica perché unisce l'incanto di un luogo straordinario alla grande musica», dice il direttore artistico Alessio Vlad nel sottolineare le caratteristiche identitarie della rassegna presentata ieri in Regione col governatore De Luca, il presidente della Fondazione Ravello Falconio, il sindaco di Ravello Villeumier, il presidente della Provincia di Salerno Strianese.

Tutti d'accordo nel mettere in evidenza il ruolo del festival all'interno della proposta turistica e culturale della costiera amalfitana che, dopo due anni di difficoltà causa Covid, vive una nuova stagione di rilancio. Come la rassegna ravellese che, nonostante la pandemia, vanta il piccolo record di non essersi mai fermata e di chiudere in pieno i settanta anni da quel primo concerto voluto da Paolo Caruso e Girolamo Bottiglieri nei giardini che ispirarono Wagner (70 come gli anni di regno della Regina Elisabetta, nota Falconio). A vent'anni dalla sua creazione, la Fondazione mette insieme le diverse anime del luogo e le istituzioni. In questo contesto resta trainante il ruolo regionale che finanzia la stagione con un milione di euro. Denaro che alimenta, ricorda De Luca, «il ruolo di Ravello come luogo d'incontro, solidarietà e attrattore turistico. Credo che la musica e lo sport siano canali essenziali d'incontro tra i popoli e di scambio culturale, ho considerato inaccettabile rinunciare alla cultura in nome della politica». Non è un caso, allora, se a Ravello, che di recente ha ospitato venti ragazzi ucraini, Vlad abbia puntato anche su nomi come quello del lettone Kremer (sempre critico col regime russo) o i russi Trifonov (che non ha mai abiurato Putin) e Jurowski o la tedesca di origini giapponesi Erina Yashima, prima donna a dirigere il «Concerto all'alba» l'11 agosto sul podio della orchestra Cherubini. L'ensemble giovanile creato da Muti che per il secondo anno consecutivo tiene una sorta di residenza anche con cinque concerti cameristici con i propri gruppi in varie location come la suggestiva chiesa di Santa Maria a Gradillo o San Giovanni del Toro (28-30 luglio). «E chissà, forse un giorno riusciremo anche a fare una nostra orchestra», nota Vlad nel rivendicare anche il ruolo di Ravello all'interno di una «rete» dei grandi festival estivi europei che comprende Salisburgo. In tal senso la presenza di Currentzis nella città di Mozart e in costiera in esclusiva italiana, il debutto nazionale dell'orchestra giovanile degli stati Uniti, il rapporto col Maggio e Santa Cecilia. E, naturalmente, la presenza di Muti. Il maestro napoletano, che debuttò nell'auditorium Oscar Niemeyer due anni fa, torna nella stessa struttura il 26 luglio con una raffinata scelta di brani che va dalla sinfonia «Roma» di Bizet ai preludi di Liszt passando per Anatolij Konstantinovic Ljadov e il suo poema sinfonico «Il lago incantato» op.62. Non a caso un musicista russo in un momento in cui per il conflitto in Ucraina da più parti si chiede la cancellazione dai programmi degli artisti di quel paese. E Gergiev? «Gli avevamo chiesto di eseguire Parsifal con l'orchestra di San Pietroburgo», chiarisce Vlad, «è un grande amico di Ravello, è tornato qui anche lo scorso anno. Ma ora ha fermato le attività all'estero». Per De Luca, infine, una battuta in risposta alla decisione di Comune e Città metropolitana di aumentare i fondi al San Carlo: «È un primo passo importante, in termini musicali lo definirei un adagio». 

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Il Mattino