Da un lato un muro immaginario: quello con il quale Pink, il protagonista del concept album pubblicato dalla leggendaria rock band britannica nel 1979, cerca riparo dopo alcuni...
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Roger Waters: «Una reunion dei Pink Floyd? Niente di bello, sarebbe orribile»
The Wall, il capolavoro dei Pink Floyd compie 40 anni
LO SHOW
Furono 350mila gli spettatori che acquistarono il biglietto per assistere allo show, ma la folla a Potsdamer Platz superò in realtà le aspettative di Waters e degli organizzatori: poco prima dell'inizio della performance si decise di far entrare anche chi non era riuscito ad acquistare i tagliandi e si era comunque presentato ai cancelli, facendo pressing affinché venissero aperti - gli spettatori furono più di 450mila. Il concerto non ebbe niente a che vedere con quelli del tour che tra il 1980 e il 1981 avevano visto i Pink Floyd suonare dal vivo "The Wall": strutturato come un vero e proprio spettacolo teatrale, vide Waters raccontare la storia del problematico protagonista dell'opera non solo attraverso le canzoni dell'album uscito una decina di anni prima, ma anche con trovate di forte impatto scenico, tra un'imponente scenografia (con un grande muro alle spalle del palco), spettacoli pirotecnici e proiezioni.
IN TV
L'evento fu trasmesso in tv da 52 paesi (in Italia andò in onda su Canale 5: per turbare il meno possibile la messa in onda con gli spot pubblicitari, Fininvest - che acquistò i diritti per la trasmissione - dispose le fasce pubblicitarie in corrispondenza delle pause previste dal copione). Dall'apertura con "In the Flesh?", affidata agli Scorpions (che a Berlino giocavano praticamente in casa, essendo tedeschi) fino alla chiusura con "Outside the Wall", suonata dallo stesso Roger Waters: lo show (della durata di due ore), attraverso una trentina di canzoni interpretate dai vari ospiti chiamati dal chitarrista, vide materializzarsi sul palco i drammi psicologici di Pink e il suo percorso di redenzione. La morte del padre in guerra quando era appena un bambino (una delle tante affinità con la storia personale di Roger Waters, che aveva appena cinque mesi quando suo papà Eric, ufficiale britannico durante la Seconda guerra mondiale, morì nel '44 durante lo Sbarco di Anzio), la disumanizzante spersonalizzazione della scuola ("Hey, teachers! Leave those kids alone", "Hey maestri, lasciate stare quei bambini", urlò nel ritornello di "Another brick in the wall" Cyndi Lauper, la cui carriera era già in fase discendente dopo i grandi successi di "Girls just want to have fun", "Time after time" e "True colors"), l'iperprotettività della madre, l'alienante vita da rockstar, la fine del matrimonio con la moglie, le liti con i produttori, l'overdose dalla quale riuscì a salvarsi: un viaggio all'inferno andata e ritorno, fino alla rinascita con "Outside the wall", "fuori dal muro". Quello alle spalle del palco si sgretolò pian piano nel corso dello show, fino ad essere abbattuto a colpi di sano rock. Roger Waters, che negli anni non ha mai rinunciato all'impegno politico (celebri i suoi attacchi in musica - e anche nelle interviste - a personaggi come Margaret Thatcher, George Bush, Tony Blair e in tempi più recenti Donald Trump, che è arrivato pure a definire "un maiale"), nel 2017 disse di essere intenzionato a portare la musica di "The Wall" lungo la frontiera tra Messico e Stati Uniti, rispondendo all'intenzione di Trump di costruire lì un muro per impedire il passaggio di migranti dal Sud America agli Usa: "La musica è il luogo legittimo in cui esprimere la propria protesta: i musicisti hanno il diritto e il dovere di aprire le loro bocche e prendere posizione". Ad oggi il progetto non si è ancora concretizzato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino