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«Questa non è una band di sopravvissuti che rievoca la grandezza di una volta, questa è la grandezza» aveva scritto il «Washington Post» lo scorso settembre recensendo l'ultima tranche di quel «No filter tour» che ha tenuto sulla strada i Rolling Stones per quattro anni, pandemia compresa. E ieri notte la «grandezza» è tornata a raccontarsi in Europa, sul palco della Wanda Arena di Madrid, primo passo di un cammino in 14 tappe che vedrà Mick Jagger, Keith Richards e Ron Wood, 231 anni in tre, transitare col loro «Sixty tour» anche da Milano, il 21 giugno, a San Siro, supporter i Negrita.
Tour celebrativo, dunque, come il palco di saette e stelle filanti giallorosse squarciate dai tre maxischermi che si portano dietro in questa nuova avventura. Erano quattro gli «screen» del «No filter», ma la vita ha spento l'anno scorso quello di Charlie Watts, lo «stone tranquillo» scomparso la passata estate, ad 80 anni, lasciando la batteria della band al muscoloso Steve Jordan.
«Charlie era il ragazzo più cool al mondo e il suo addio ha lasciato un vuoto enorme, ma gli Stones vanno avanti», ammette il light designer Patrick Woodroffe, con la band di «Miss you» da quarant'anni. «Con Mick e Keith non abbiamo mai parlato di tour d'addio, perché penso che non si ritireranno mai». Lo sa bene il popolo rockettaro planato in Spagna per l'evento, varato da due formazioni iberiche di gran richiamo come i Sidonie e la Vargas Blues Band arricchita dal nipote di Mick, John Byron Jagger, figlio di suo fratello Chris (in scena all'armonica).
Il boato dei 53.000 accoglie sir Mick & Co.
Due gli album dal vivo che accompagnano le fortune europee di questo tour. Il 13 maggio è arrivato, infatti, sul mercato «Live at The El Mocambo», registrato dagli Stones nel marzo del 77 quando si esibirono per due sere al Mocambo di Toronto davanti ad una platea di sole 300 anime sotto mentite spoglie: si ribattezzarono Cockroaches, che poi è un altro modo di dire «scarafaggi». L'altro progetto dal vivo esce entro il mese e s'intitola «Licked live in NYC», realizzato al Madison Square Garden nel 2003, durante la fase americana del monumentale tour celebrativo (117 date) messo in strada per il quarantennale. Due cd più dvd in cui spunta Sheryl Crow nei panni di ospite in «Honky tonk women».
Intanto, ai Måneskin non è andata già una dichiarazione di Jagger che il mese scorso, durante l'intervista con la radio svedese, aveva ringraziato gruppi come Yungblud e Machine Gun Kelly per tenerlo ancora in vita. In overdose da successo, Damiano (un po' stizzito) non ci ha pensato sopra due volte a dire la sua al «New Musical Express» replicando che nessuno tiene vivo il rock'n'roll, perché è semplicemente impossibile da uccidere». Merito degli Stones, bisognerebbe ricordarglielo.
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