Sanremo, Meta e Moro sospesi «in attesa di approfondimenti»: Renzo Rubino stasera al loro posto

L'esibizione di Ermal Meta e Fabrizio Moro, prevista questa sera all'Ariston, è stata rinviata a domani, in attesa di ulteriori approfondimenti sul loro brano, Non...

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L'esibizione di Ermal Meta e Fabrizio Moro, prevista questa sera all'Ariston, è stata rinviata a domani, in attesa di ulteriori approfondimenti sul loro brano, Non mi avete fatto niente, sospettato di aver violato il regolamento del festival. Favoriti dunque nelle quotazioni dei bookmakers per la vittoria, ma adesso 'sub iudice'. Sul palco - dove hanno sfiorato il 58% di share durante la prima serata - al loro posto si esibisce Renzo Rubino. 


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Il primo caso di Sanremo edizione numero 68 scoppia notte tempo, dopo il debutto del festival. Il tam tam dilaga sul web e sui social: nel mirino finisce il ritornello della canzone, molto simile nel testo e nella melodia a Silenzio, brano presentato a Sanremo Giovani nel 2016 e firmato da Andrea Febo, coautore anche del testo di Meta e Moro, che sarebbe stato anche presentato in pubblico in un paio di occasioni.

Il regolamento del festival ammette in gara solo brani 'nuovi', cioè non pubblicati o fruiti, «anche se a scopo gratuito, da un pubblico presente e lontano». Si può parlare di canzone nuova, stando sempre regolamento, «nell'eventualità di utilizzo di stralci 'campionati' di canzoni già edite, sempre che questi - nel totale - non superino un terzo della canzone 'nuova'».

Meta e Moro, con due post analoghi sui rispettivi profili Facebook, respingono i sospetti al mittente, definendoli 'assurdamente ridicolì: «Il pomo della discordia è una canzone scritta da Andrea Febo che venne presentata nelle Selezioni di Sanremo giovani di 3 anni fa, venne scartata e mai commercializzata. Abbiamo mantenuto una parte di quella canzone per non sacrificare qualcosa di bello (cosa che abbiamo raccontato in più interviste) e tutti e tre insieme abbiamo scritto una nuova canzone con un significato completamente diverso». Plagiare, invece, «significa copiare», «non siamo venuti a prendere in giro la gente». La Rai prima getta acqua sul fuoco, evocando l'autocitazione. «Non c'è plagio, l'autore della canzone è lo stesso e il regolamento prevede la possibilità di campionare o usare stralci di altri autori, per un totale non superiore al 30%», spiega il vicedirettore di Rai1 Claudio Fasulo. Salvo poi prendersi del tempo per «ulteriori valutazioni».

 
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Il Mattino