Saponangelo premiata a Capri, Hollywood: «È stata la mano di Sorrentino»

Saponangelo premiata a Capri, Hollywood: «È stata la mano di Sorrentino»
Occhi vispi, capelli bruni e sorriso materno, Teresa Saponangelo, classe '73, di origine pugliese ma di adozione napoletana, riceve stasera il premio di «Capri,...

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Occhi vispi, capelli bruni e sorriso materno, Teresa Saponangelo, classe '73, di origine pugliese ma di adozione napoletana, riceve stasera il premio di «Capri, Hollywood» come attrice dell'anno per il ruolo di Maria Schisa, la madre del protagonista Fabietto (nei panni Filippo Scotti) in «È stata la mano di Dio» di Paolo Sorrentino, durante la ventiseiesima edizione della kermesse fondata da Pascal Vicedomini con Lina Wertmuller e Gillo Pontecorvo.

Saponangelo quest'estate lei è stata già premiata all'«Ischia global fest» per «Il buco in testa» di Antonio Capuano, maestro di Sorrentino, come lo stesso regista racconta nel film con cui viene premiata oggi.
«Non si può chiamare coincidenza, in effetti. I premi di Pascal Vicedomini sono la chiusura di un percorso e non posso ridurli a una mera casualità. Entrambi i lavori, con Capuano prima e con Sorrentino poi, complessi e maturi, sono arrivati nel momento giusto e hanno portato avanti un discorso artistico nato da tempo con Servillo. Non è il primo lavoro, infatti, in cui io e Toni recitiamo insieme, è già successo nel 2000, a teatro, con Tartufo di Molière, diretto e interpretato da Toni, in cui io ero Dorina. Abbiamo consolidato poi quell'affetto e quella familiarità già nate sul palcoscenico con il film di Sorrentino. Che sia Capuano che Sorrentino avessero già in mente il ruolo per me all'interno delle loro opere, poi, è la vera meraviglia, che entrambi con i loro film mi stiano remando verso un tipo di cinema, che è quello d'autore, una bella realtà».

Nel film lei interpreta la madre di Sorrentino (o meglio del suo alter-ego Fabietto).
«Sorrentino, come dicevo, aveva in mente per me questo ruolo ancora prima che facessi il provino. Mi ha sempre detto di trovare in me un'affinità spirituale ed emotiva con la madre, anche se fisicamente non le somiglio. Quella di Maria Schisa è stata un'interpretazione importante per me, perché avevo la responsabilità di restituire al regista una figura che non c'è più, ma che è viva nel suo ricordo, una figura persa e tanto importante, per cui sentivo l'esigenza non soltanto di essere credibile nel ruolo, ma anche di emozionare Paolo, prima degli altri. Se lui si fosse emozionato sarei arrivata anche al pubblico, e così è stato, direi. Volevo che dal dolore più grande della vita gli arrivasse il calore vivo della memoria della sua famiglia. La parte più difficile è stata quella di doversi fronteggiare con un'idea. I ricordi del regista della madre risalgono a molti anni fa, quindi, lui ha un'idea dei genitori che si amavano, un'idea della mamma capace di essere allegra e malinconica allo stesso tempo, un'idea precisa dei colori della sua famiglia e io avevo il compito, insieme a Servillo, di fargli ritrovare quell'idea di calore».

Una grande responsabilità. Qual è stato il momento più importante?
«Quando ho sentito che Sorrentino si è emozionato durante le riprese per la mia interpretazione. E poi quando sua sorella gli ha detto: L'attrice che hai scelto per fare la mamma è bravissima, me l'ha ricordata. Quel bravissima detto da lei mi ha toccata. Sorrentino ha scritto una sceneggiatura chiara e precisa per cui non è stato difficile calarmi nel ruolo come lui voleva. Lo sguardo della madre, l'adorazione verso il figlio, la cura quotidiana racchiusa nel gesto di preparargli la spremuta ogni mattina... sono cose che io faccio con mio figlio. È stato naturale per me recitare in quel ruolo, fare la mamma».
La vedremo a Capodanno al Maschio Angioino con «Passione live next generation», la festa con il sindaco in streaming dalle 21.30.

E dopo?


«Al Maschio Angioino tra tanti cantanti e musicisti porterò un estratto di La tempesta di Shakespeare nella versione napoletana tradotta da Eduardo De Filippo. Poi, il 27 gennaio sarò al teatro Nuovo con Plastilina, lo spettacolo con cui ho debuttato lo scorso anno con il Nuovo Teatro Sanità, insieme a Ivan Castiglione, e a metà aprile tornerò con Tartufo al Mercadante. Per la televisione, invece, prossimamente sarò sul set della fiction Rai dedicata al generale Dalla Chiesa con Sergio Castellitto nel ruolo del generale ed io in quello della prima moglie, Dora Fabbo Della Chiesa, di cui per il momento ho girato solamente poche scene, nei prossimi mesi saremo a Torino e poi a Palermo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino