La Scala restituirà «immediatamente» i due bonifici da tre milioni di euro e da 100 mila euro fatti lo scorso 4 marzo dal ministro della Cultura dell'Arabia...
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La decisione di rifiutare i soldi inviati in modo «non conforme» alle norme del teatro, senza una causale nel bonifico, è stata presa «all'unanimità» oggi dal cda e annunciata dal sindaco Giuseppe Sala, che è presidente della Scala, in una conferenza stampa nel ridotto dei palchi in cui si è presentato solo. Senza quindi il sovrintendente Alexander Pereira che ha seguito la partita con l'Arabia Saudita, diventando bersaglio di critiche in particolare dalla Lega tanto che il governatore della Lombardia Attilio Fontana aveva ieri definito il suo comportamento «da licenziamento».
Nessuno ha però chiesto la sua testa durante la riunione di oggi, nemmeno - ha sottolineato Sala - il rappresentante della Regione Philippe Daverio. «Certamente Pereira rimane al suo posto» fino alla scadenza del contratto, nel 2020. Insomma, il manager austriaco resterà alla guida del teatro ancora un anno, ma difficilmente di più. Secondo Sala, il sovrintendente «si è mosso in buona fede dal punto di vista della ricerca di partnership», ma la vicenda «gli è scappata di mano».
«A Pereira imputo una grande ingenuità. È in Italia da un pò di anni e dovrebbe capire il meccanismo: se pensi che un politico ti dica una cosa e poi il giorno ripeta la stessa cosa... te lo sogni» è sbottato. La sua, però, non è una chiusura totale ai sauditi, che avrebbero portato al teatro 22 milioni di euro (15 in cinque anni come soci e 7 per aprire un conservatorio rivolto a bambine e bambini a Riad). «Se qualcuno ritiene che coi sauditi non si debba parlare non siede in questo cda - ha puntualizzato il sindaco -. La Scala ha sempre parlato con tutti i Paesi del mondo».
E quindi da un lato è confermata la tournée del teatro del 2020 e dall'altro c'è la possibilità di lavorare a nuove intese (sul conservatorio, ad esempio, si dovrà prima esprimere il cda dell'Accademia della Scala). «Noi non abbiamo preclusioni verso i sauditi. O il nostro governo ci dà una black list dicendo con questi e altri non parlate - ha osservato - o non ci sentiamo di dire no».
Certo se Pereira per ora resta, sembra lontanissima una sua conferma.
Il Mattino