Tamara Wilson rifiuta il trucco nero per l'Aida: «Visione razzista»

Tamara Wilson in Aida
Il tema del razzismo fa irruzione nel bel mezzo della stagione lirica a Verona, complice lo storico ruolo di Aida, la schiava etiope, e un soprano, l’americana Tamara...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il tema del razzismo fa irruzione nel bel mezzo della stagione lirica a Verona, complice lo storico ruolo di Aida, la schiava etiope, e un soprano, l’americana Tamara Wilson, che ha minacciato di rifiutare il trucco nero sul volto, parlando - in alcuni post su Instagram - di una visione razzista nel mondo dello spettacolo. Una interpretazione spiegata dettagliatamente - «conosco colleghi che non vogliono che il colore della loro pelle sia un costume, perchè se lo rinforzi per specifici ruoli questo non aiuta ad abbracciare la diversità» - con l’ammissione che «nessuna opinione è più giusta o corretta, perchè è personale».


Il compromesso tuttavia è già stato trovato: nella prossima rappresentazione di Aida, domenica 28 luglio, con Placido Domingo sul podio d’orchestra, Wilson avrà un trucco «alleggerito», cioè meno scuro. La cantante ha abbozzato, «ho vinto una battaglia, non la guerra». Ma questo sarebbe il massimo che la Fondazione Arena si è detta disponibile a concederle, pena chiamare un sostituto per il suo ruolo. 

«La razza, e come è presentata nell’opera - aveva detto Wilson sul suo profilo social - sarà sempre argomento sensibile. Questa conversazione riguarda come questo specifico trucco mi fa sentire. Ho avuto conversazioni con colleghi amici che non percepiscono che un’Aida “colorata” sia razzista, e pensano che presentarla come bianca sia come cancellare un forte personaggio femminile nero. Lo capisco». «Conosco però - prosegue - anche colleghi che non vogliono che il colore della loro pelle sia un costume perchè se tu lo rinforzi per specifici ruoli, non aiuta il nostro lavoro ad abbracciare la diversità. Nessuna opinione è più giusta o corretta, perchè è personale, mi piacerebbe vedere più persone di colore lavorare nell’opera, e spero che dar voce alle mie preoccupazioni aiuti a creare un dialogo e promuovere il cambiamento».


«Io - conclude - ho tre contratti nei prossimi due anni per cantare Aida; in nessuna di queste produzioni si userà la faccia nera, e non farò più Aida dopo di quelle. Ho ottenuto che il trucco fosse alleggerito, sono un pò più nera della mia pelle, ma non è quella vernice nera che era all’inizio». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino