«The Circle», dal romanzo al film con Emma Watson e Tom Hanks: «Un thriller-horror su social e tecnologia»

Emma Watson nel film
Prima di Facebook Live, prima di Periscope e di Instagram Stories. Prima delle dirette streaming di Grillo, prima dell'incisività dei social nelle elezioni americane....

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Prima di Facebook Live, prima di Periscope e di Instagram Stories. Prima delle dirette streaming di Grillo, prima dell'incisività dei social nelle elezioni americane. Prima di tutto questo c'era The Circle, romanzo fantascientifico-profetico scritto da Dave Eggers nel 2013. Ricalcato sulla tecno-cronaca recente delle maggiori company della Silicon Valley (qualcuno dice addirittura plagiato su quella cronaca, e precisamente sul libro denuncia Dentro Facebook di Katherine Losse), The Circle racconta la fulminante carriera dell'ingenua Mae Holland in un'azienda giovane e moderna, con il look di Apple, la pervasività di Google e la voracità di Facebook. 


Al motto di «I segreti sono bugie, condividere è prendersi cura, la privacy è un furto», l'impiegata modello Mae si immerge in un mondo in cui il confine tra pubblico e privato non esiste più, twittare («zingare» nel romanzo) è esistere, dare un like (uno «smile») è un dovere, e la trasparenza totale è un obiettivo esistenziale, sociale, persino politico. 
A 4 anni dalla pubblicazione su carta del romanzo, The Circle diventa infine un (fedele) film, atteso in sala dal 27 aprile dopo la première mondiale al Tribeca Film Festival.

Nei panni di Mae c'è Emma Watson, in quelli del fondatore della società, tra il Mark Zuckerberg di Facebook e il Ron Hubbard di Scientology, c'è Tom Hanks, alla regia James Ponsoldt: «È un thriller con elementi horror - ha detto il regista - perché le dipendenze di Mae dai social, sono le stesse che provo io nei confronti dei miei gadget tecnologici. Eppure a me piace avere diritto alla privacy, apprezzo il fatto di poter scegliere cosa condividere con il mondo. Ma nell'evoluzione tecnologica, c'è un prezzo che dobbiamo pagare».


Un conto che nel giro di quattro anni si è fatto più salato, a dare retta alle statistiche sull'uso e abuso quotidiano dei social: il 44 per cento degli americani aggiorna Facebook almeno una volta a settimana, il 53% commenta lo status di un amico. E pochi si preoccupano davvero di mantenere riserbo sui propri dati: «Quella di The Circle è una storia inquietante e preveggente. Ci spiega, tra le altre cose, come anche gli ideali più utopistici possano farci diventare vittime di uno stato sociale strettamente vigilato». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino