«Giffoni è un segnale di resistenza, rappresenta la voglia di non cedere alla paura e agli allarmismi. È un messaggio di vita nonostante questo terribile...
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Durante l'incontro con i giurati, inoltre, Servillo ha parlato di Marco D'Amore. «Ho visto Marco fare esattamente quello che io facevo quando sono stato in compagnia con Leo de Berardinis che era per me un riferimento assoluto per il teatro. Non c'era replica in cui non fossi dietro le quinte a vedere cosa facesse o occasione pubblica in cui lui parlava non fossi in prima fila ad ascoltare. Ho visto Marco a fare la stessa cosa. Quando ci siamo trovati in uno spettacolo complesso, con 17 attori, tre testi eseguiti tutti in una stessa serata che era la Trilogia della villeggiatura di Carlo Goldoni, durante la tournee capitava che qualche attore si ammalava e Marco ha sostituito perfettamente 4 attori su 17 sapendo il ruolo di tutti gli altri. È un attore dotato di un talento governato dall'intelligenza perché il talento da solo non basta». Nessun indizio, invece, sul prossimo film di Paolo Sorrentino. «Ne so quanto voi. Dovesse chiamarmi - ha detto ironicamente - all'ultimo momento mi faccio trovare pronto avendo già fatto cinque film con lui». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino