Torre Annunziata, la canzone di un figlio d'arte per le vittime di Rampa Nunziante

Torre Annunziata, la canzone di un figlio d'arte per le vittime di Rampa Nunziante
Torre Annunziata. Una canzone semplice per una tragedia dai contorni giudiziari ancora oscuri. È "7 Luglio". L'ha scritta con l'amico Domenico, Jacopo...

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Torre Annunziata. Una canzone semplice per una tragedia dai contorni giudiziari ancora oscuri. È "7 Luglio". L'ha scritta con l'amico Domenico, Jacopo Rosa, 24 anni, torrese doc e figlio d'arte. Jacopo è il figlio di Elia, noto sassofonista torrese prematuramente scomparso quando lui aveva solo dieci anni. Jacopo studia tecniche di laboratorio all'Università, ma dal padre Elia ha ereditato quasi tutto: talento, passione per la musica, soprattutto amore per la sua città, Torre Annunziata, che piange ancora gli otto morti del palazzo crollato all'alba del 7 luglio 2017 lungo Rampa Nunziante.Jacopo ha scritto testo e musica quasi di getto. Poi ha spedito il tutto a una sua amica, la cugina di Marco Cuccurullo, il giovane deejay morto all'alba sotto le macerie. 


Testo semplice (scritto a quattro mani col collega Domenico De Vivo) e messaggio chiaro: "Noi siamo qui ad inseguire i vostri occhi. Noi siamo qui a disegnare i vostri sorrisi. Noi siamo qui anche se crollano le idee...se crollano gli attimi (voi siete qui). In quel vento che soffia da solo e ci lascia così" recita infatti il refrain di 7 Luglio.


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Il Mattino