Una canzone per Mancini, poliziotto eroe della Terra dei Fuochi

Una canzone per Mancini, poliziotto eroe della Terra dei Fuochi
In occasione del terzo anniversario della morte di Roberto Mancini, il poliziotto romano che, insieme alla sua squadra per primo ha portato alla luce il dramma dello sversamento...

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In occasione del terzo anniversario della morte di Roberto Mancini, il poliziotto romano che, insieme alla sua squadra per primo ha portato alla luce il dramma dello sversamento illegale dei rifiuti tossici in quella che è stata definita la “terra dei fuochi” e che proprio durante il suo prezioso lavoro ha contratto una delle forme tumorali più aggressive che l’ha portato alla morte, il cantautore napoletano Michele Ferigo - classe 1976, compositore, caporedattore del portale giornalistico online ExPartibus.it - ha voluto rendergli omaggio con una sentita ballata, diventata un toccante videoclip grazie alla regia di Massimo Piccolo.

 

Michele Ferigo, come nasce questa canzone?
La canzone nasce dalla rabbia verso l’indifferenza non solo delle istituzioni, ma anche e soprattutto della gente. Mi scandalizza l’assenza di scandalo, mi fa rabbia l’assenza della rabbia. E così un giorno ho preso la chitarra e ho scritto una canzone cercando di ispirarmi allo stile delle canzoni di protesta americane degli anni Sessanta, una di quelle ballate scarne, senza romanticismi né retorica. Solo i fatti; le considerazioni le fa chi ascolta il brano. Credo sia un modo onesto di affrontare con il doveroso rispetto il tema del sacrificio estremo di chi si è immolato per il bene comune con piena consapevolezza delle conseguenze, come ha fatto Roberto Mancini. Era un modo per dire grazie ad un eroe vero, in un mondo di eroi da talk show.

L’incontro col regista Massimo Piccolo.
Viviamo entrambi in un’area al limite della cosiddetta Terra dei Fuochi, le discariche abusive e i roghi tossici fanno ormai parte del paesaggio. L’incidenza di tumori sopra la media in questi territori è un dato risaputo, anche se non se ne parla mai. Ma, se si esclude qualche sparuta occasione, la reazione della gente dov’è? Un giorno la rabbia è diventata indignazione. Come potevamo dire grazie a quel poliziotto per il suo sacrificio? Una canzone non cambia il mondo, ma era ciò che sentivo di dover fare. Così, ho fatto ascoltare la mia piccola canzone a Massimo Piccolo, uomo dalla sensibilità umana e artistica straordinaria, che ha sposato, con la sua produzione l’idea di concretizzare questo omaggio a un servitore dello stato che, come tanti altri, ha lottato quasi in solitudine. Ma era importante anche per un altro motivo: far sapere ai suoi familiari che il suo sacrificio non è stato vano e che non c’è solo indifferenza, perché ogni giorno, da qualche parte, c’è chi porta la mano al cuore in suo onore.

L’idea del video?

A questo ha pensato Massimo Piccolo, ha voluto che fosse quanto più scarno e antiretorico possibile, ha messo insieme ed elaborato, grazie al grandissimo contributo della giornalista Daniela Scodellaro (da sempre in prima fila per denunciare questo disastro ambientale), una clip fotografica che facesse da sfondo alla mia esibizione e che, allo stesso tempo, visto che è una questione che ci riguarda tutti, fossi anche io parte di questo sfondo, sovrapponendomi alla tela della proiezione…

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Il Mattino