All'Avellino basta un guizzo di Kanoute: prima vittoria in trasferta della stagione

All'Avellino basta un guizzo di Kanoute: prima vittoria in trasferta della stagione
In una serata con tanto spettacolo sugli spalti e tanta noia in campo, l'Avellino è riuscito a vincere a Messina dopo quasi cinquanta anni. Merito di un guizzo di...

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In una serata con tanto spettacolo sugli spalti e tanta noia in campo, l'Avellino è riuscito a vincere a Messina dopo quasi cinquanta anni. Merito di un guizzo di Kanoute che ha trovato il suo primo gol in maglia biancoverde e permesso alla sua squadra di scalare posizioni in classifica agganciando al quarto posto il Catanzaro che oggi sarà di scena a Torre del Greco. Una vittoria importante anche per il morale che allunga a sette la striscia di risultati positivi degli uomini di Braglia. Il tecnico toscano, in un fatiscente Franco Scoglio, cattedrale da quarantamila posti nel deserto dopo la scomparsa del vecchio Messina, ha confermato l'assetto ultra offensivo delle ultime giornate (4-2-3-1) ma ha provato a mettere cingoli e corazza alla sua macchina da guerra. Perso Ciancio per un problema al flessore accusato nel corso della rifinitura, l'allenatore di Grosseto ha sostituito l'esterno destro con Rizzo ma soprattutto apportato altri tre correttivi tra difesa e mediana rispetto alla formazione che aveva vinto la scorsa settimana contro il Taranto: Sbraga e Bove hanno così lasciato il posto ai titolari Dossena e Silvestri mentre Matera, scelta a sorpresa, è stato preferito in mediana ad Aloi. Sul fronte opposto, invece, l'ex Eziolino Capuano si è affidato all'arte di arrangiarsi.

Privo di quattro elementi messi fuori causa dal Covid e acciacchi vari, tra i quali Damian, Fazzi e Morello, nel suo classico 3-5-2 il tecnico di Pescopagano ha assembrato l'undici iniziale con i più esperti del gruppo portando in panchina solo under: Vukusic e Adorante sono coì tornati in attacco, Sarzi Puttini sulla sinistra, mentre in difesa è stato Mikulic ad affiancare Celic e Carillo. Tante assenze che non si sono comunque avvertite più di tanto in campo perché favorito dal terreno di gioco, fangoso e con diversi avvallamenti, ma anche da un assetto tattico attento e aggressivo, il Messina nel primo tempo ha concesso all'Avellino solo l'occasione del vantaggio, peraltro arrivato su palla da fermo. Dopo mezz'ora di noia totale, in cui Micovschi, Di Gaudio, Kanoute e Maniero non sono mai riusciti a trovare il varco giusto per scardinare il bunker di casa, il Messina si è praticamente fatto del male da solo. Su tiro dalla bandierina di Tito, infatti, Sarzi Puttini nel tentativo di anticipare Dossena ha toccato involontariamente il pallone di testa indirizzandolo all'angolo sinistro di Lewandowski. L'ex portiere del Teramo nella circostanza è stato bravo a ricacciare la sfera dalla porta ma nulla ha potuto sul rasoterra di Kanoute appostato come un falco. Una giocata da opportunista che ha interrotto la noia e portato gli ospiti in vantaggio. Incontenibile la gioia dell'ex Palermo che ha dedicato alla sua famiglia il primo gol con la maglia biancoverde. Indecifrabile, sul fronte opposto, la disperazione di Capuano anche perché la sua squadra, già decimata, ha fatto fatica a reagire. Contro un Avellino ancora più guardingo, la reazione dei padroni di casa è stata sterile e si è concretizzata in una punizione alta di Sarzi Puttini e una conclusione sbilenca dal limite di Fofana. Nella ripresa Capuano si è ripresentato in campo con Russo al posto di uno spento e nervoso Catania. Mossa che ha prodotto qualche grattacapo dalle parti di Forte soprattutto in occasione di uno spiovente dalla sinistra di Sarzi Puttini su cui Tito ha spostato con la spalla di quel tanto che basta il neo entrato per impedirgli di calciare. La risposta dell'Avellino, in una partita in cui il tatticismo esasperato è stato finalmente costretto ad abbandonare la contesa, è arrivato sempre su azioni d'angolo ma al 13esimo e al 15esimo prima Di Gaudio, tiro stoppato da un difensore, e poi Dossena, anticipato di un soffio, non hanno trovato la giocata vincente. Avvisaglie di una partita che, strada facendo, ha visto le due squadre allungarsi. Anche per questa ragione Braglia, togliendo dalla mischia l'impalpabile Micovschi per far posto a Bove, ha modificato il suo assetto alzando in mediana Rizzo e Tito passando, di fatto, al 3-4-3. Viatico importante per chiudere altri spazi al Messina che ha rischiato di capitolare definitivamente a diciassette minuti dalla fine quando Sonny D'Angelo ha tentato la giocata dello scorpione alla Ibrahimovic in area ma Lewandowschi gli ha detto di no. Quasi in fotocopia, ma senza eccessive pretese, il colpo di tacco di Adorante che ha segnalato così la sua presenza in campo ma anche fatto scendere i titoli di coda su una partita che ha visto l'Avellino di Braglia tornare a vincere anche fuori casa dopo otto mesi e mezzo.
 

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Il Mattino