Prima che inizino a suonare le campane a morto per la sconfitta nettissima di ieri sera al San Paolo col Lipsia bisogna considerare una cosa. Nessuna direttiva dell'allenatore...
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Se non che, a un certo punto, Ounas, evidentemente dimentico delle indicazioni del giorno prima del mister, ha addomesticato un pallone col destro e messo in rete con lo stesso piede il primo gol in maglia azzurra. È stato a quel punto che tra i tifosi è scoppiato il panico. «Ma come? Non dovevamo uscire? Ma questo che fa? Segna? Ma è pazz! Guardatelo esulta pure». Per fortuna a fugare queste nubi e a rimettere le cose in chiaro ci ha pensato subito lo stesso Sarri che preoccupatissimo per il gol e il vantaggio azzurro che rischiava di esaltare troppo squadra e tifosi ha levato Ounas e ha messo in campo tre dei suoi uomini più fidati, Insigne, Allan e Mario Rui, genti che sanno bene che cosa bisogna fare nei momenti difficili e che non subiscono minimamente il fascino della competizione internazionale a reti unificate europee. È arrivato così subito il pareggio tedesco e la parità tra le due squadre in campo è stata immediatamente ristabilita. Il dramma è che a quel punto gli azzurri devono essersi ricordati di quell'altra dichiarazione di Sarri, quella secondo cui «in questo momento siamo focalizzati su altro». E quindi ognuno si è focalizzato sui fatti suoi: Mario Rui sulla sfumatura del baffetto, Tonelli sul prossimo tatuaggio e Diawara sulla pizza fritta. Sono arrivati in questo modo altri due gol tedeschi e un'ipoteca grandissima sull'uscita dalla competizione. Dice: «Ma la vita è fatta di priorità». Ho capito ma tra priorità e figuremmerd ci sta una bella differenza! Leggi l'articolo completo su
Il Mattino