Mala tempora currunt. Annunciati ad agosto, differiti ad ottobre, i lavori di riqualificazione che interesseranno il PalaVesuvio, in previsione delle Universiadi di luglio 2019,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Timori fondati, dubbi enormi, rischio altissimo di vedere vanificato il proprio impegno. Inammissibile per chi, come i tre campioni del mondo, i fratelli Antonio e Giovanni Esposito (entrambi delle Fiamme Azzurre) e Christian Parlati (Fiamme Oro), insieme a Biagio D’Angelo (Fiamme Oro) e Nadia Simeoli, sta coltivando l’ambizioso sogno a cinque cerchi verso il paese del Sol Levante. «Spero facciano in fretta i lavori e pensino ad una valida alternativa, perché, oltre ai cinque sognatori, c’è un esercito di almeno 200 judoka, che preferiscono frequentare la palestra e tranquillizzare i genitori, anziché riversarsi per strada e incappare nell’altra Ponticelli». Antonio Esposito, interpretando i sentimenti della Nippon, si rivolge direttamente al Coni e chiede l’intervento del presidente Sergio Roncelli. «Stateci vicino. Non ci abbandonate. Non tradite i nostri sogni. Voglio assolutamente arrivare ai Giochi Olimpici e giocarmi una medaglia». Preghiera e implorazione, per non cadere nello sconforto e nella disperazione. Non semplice, però, programmare il futuro, se chiudono i cancelli della speranza e della palestra. Alla ricerca di soluzioni e di sistemazioni. Temporanee ed adeguate, scongiurando che lo straordinario non diventi ordinario. La voce della periferia prova a farsi sentire. Nessuna elemosina, soltanto rispetto e dignità umana e sportiva.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino