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La festa argentina di Napoli ci ha ricordato - ammesso che ve ne fosse ancora bisogno - il fortissimo legame che esiste con quella nazionale e quel Paese. Grazie a Maradona, certo. Ma anche prima e dopo Diego vi sono stati argentini che hanno lasciato il segno nella storia del Napoli. Si pensi a Pesaola e Sivori, o a Lavezzi e Higuain, sebbene il Pipita sia stato ricoperto di insulti quando passò alla Juve, arricchendo il club di De Laurentiis, che incassò 90 milioni.
Nell'estate 2021, dopo i successi dell'Argentina in Copa America e dell'Italia nell'Europeo, Il Mattino lanciò l'idea di ospitare allo Stadio Maradona una partita tra l'Albiceleste e gli azzurri.
Al di là della semifinale mondiale del '90, vinta dall'Argentina ai rigori contro gli azzurri di Vicini, c'è una partita da ricordare. Quella del 26 marzo 1986, Sabato Santo, la Seleccion di Bilardo prossima al Mondiale messicano in amichevole con il Napoli di Bianchi. Maradona un tempo argentino e un tempo napoltano, successo dei sudamericani per 2-1. Esattamente tre mesi dopo l'Argentina avrebbe battuto la Gernania all'Azteca e si sarebbe laureata campione del mondo.
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