Avellino, il nervosismo di D'Agostino comunicato dai toni intimidatori

Avellino, il nervosismo di D'Agostino comunicato dai toni intimidatori
Il 12 giugno di un anno fa, per contestare un titolo del Mattino (De...

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Il 12 giugno di un anno fa, per contestare un titolo del Mattino (De Cesare indeciso a tutto), il predecessore di Angelo Antonio D'Agostino si disse amareggiato ma si guardò bene dall'emettere comunicati perché, probabilmente, aveva percepito che all'orizzonte stava per arrivare la tempesta giudiziaria che ha poi travolto la sua azienda e, di riflesso, il suo Avellino. A dieci mesi di distanza, indispettito sempre per la sintesi del titolista (D'Agostino: Non vi pago), l'ex deputato ha preso carta e penna per contestare la titolazione e il contenuto dell'articolo: Non ho rilasciato quella dichiarazione riportata nel titolo - ha scritto- e il riferimento a danni, cifre e congelamento di pagamenti non corrispondono a verità. A ciò si aggiunge che continuano a venir nominate persone (Ennio Pericolo ndr) totalmente estranee alle dinamiche del club e che non hanno alcun ruolo all'interno dello stesso. Questo tipo di affermazioni sono un danno d'immagine non solo per l'Us Avellino ma per tutto il gruppo che rappresento e che, in tutte le sue ramificazioni, ha sempre onorato gli impegni presi. Stupisce come a neanche 48 ore dalle mie precedenti dichiarazioni, volte proprio a sottolineare come sarebbe stata la società attraverso i propri canali ufficiali a comunicare eventuali disposizioni e decisioni, vengano fuori questo tipo di notizie». Nel premettere che Il Mattino e i suoi giornalisti per scrivere notizie non hanno mai atteso, tantomeno attenderanno in futuro, le veline del regime societario, prendiamo atto che probabilmente Ennio Pericolo è entrato Papa in conclave e ne uscirà cardinale dopo aver avuto un ruolo fondamentale nell'acquisto del club. Detto questo, ci dispiace contraddire nuovamente D'Agostino ma confermiamo in toto quanto scritto ieri. Esattamente come ebbe già modo di reclamare con un post su facebook un albergatore alle porte di Avellino, che lamentò il mancato rispetto dei patti salvo poi essere saldato a distanza di qualche giorno, alla data odierna gli ex soci Izzo, Circelli e company da cui Angelo Antonio D'Agostino ha acquistato la società lo scorso 29 febbraio non hanno ancora percepito un euro. Questo non significa che il Gruppo non onorerà gli impegni. Anzi, siamo certi che esattamente come fatto con la struttura alberghiera sopracitata, pure stavolta ci sarà un semplice e naturale ritardo per colpa del Covid essendo venuti meno sponsor e incassi non certo di poco conto. In fondo non abbiamo affermato nulla di diverso rispetto a quanto lo stesso D'Agostino sta evidenziando da due mesi. Non è forse anche lui in prima linea ad invocare la cassa integrazione in deroga ai calciatori e la sospensione del campionato? Forse qualcuno gliene ha fatto una colpa? Non ci sembra. Anzi, tornando ai vecchi soci della Idc, in particolare al vituperato e contestato Nicola Circelli che da scrittura notarile doveva essere saldato entro 10 giorni, gli va riconosciuto che finora sono rimasti nel più totale silenzio rammaricandosi chissà quante volte di non aver ceduto il club ad altri imprenditori che gli avevano promesso un saldo cash. Ma non solo. Come è facilmente riscontrabile dalle note stampa diffuse in passato dallo stesso club, in occasione del pagamento degli stipendi di marzo, fu la stessa società a far sapere di aver provveduto a saldare i calciatori di ogni spettanza ma anche di aver dilazionato (nel rispetto della legge) i contributi. Per quanto riguarda la terza rata dell'Idc, invece, esiste una pec dell'Us Avellino spedita a Piazzale Demarsico per chiedere un sensibile sconto (motivato da spese extra non pattuite) facendo scendere il versamento da 147mila euro circa a 9mila euro. Nell'articolo pubblicato ieri è stato fatto riferimento alla scontata conferma di Eziolino Capuano, forte di un biennale, alla probabile di Salvatore Di Somma nel ruolo di direttore sportivo e a quella altrettanto scontata del figlio Giovanni nel ruolo di amministratore. Escludendo quest'ultimo da un improbabile licenziamento familiare, l'inesattezza (se ci è permesso pensarlo) è forse da riferirsi ad uno dei due?

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Il Mattino