Avellino, meno male che Kanoute c'è: nell'allenamento si dimostra in gran forma

Avellino, meno male che Kanoute c'è: nell'allenamento si dimostra in gran forma
Il report dell'ultimo allenamento lascia poco spazio alla speranza. Anche contro il Taranto la presenza di Riccardo Maniero e Giuseppe Carriero è data in fortissimo...

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Il report dell'ultimo allenamento lascia poco spazio alla speranza. Anche contro il Taranto la presenza di Riccardo Maniero e Giuseppe Carriero è data in fortissimo dubbio, mentre per il convalescente e sempre infortunato Gennaro Scognamiglio il forfait è da considerarsi scontato al pari delle assenze di Rizzo e Dossena, appiedati per un turno di squalifica, nonché di Silvestri, destinato a restare almeno due settimane in infermeria per una frattura al costato. Un quadro da codice rosso che sta facendo riflettere tantissimo Piero Braglia anche perché domani, fischio di inizio alle 17,30, dovrà affrontare un Taranto sbarazzino e senza assilli. I pugliesi allenati da Giuseppe Laterza, dall'alto dei loro 20 punti, hanno fin qui messo in mostra un ottimo impianto di gioco esaltato proprio dal 4-2-3-1, lo stesso schema adottato dall'Avellino nell'ultima trasferta di Palermo.


Un sistema tattico ultra offensivo che, ad organico completo, non avrebbe comunque allarmato più di tanto l'allenatore di Grosseto anche perché l'Avellino, insieme al Bari, detiene attualmente la migliore retroguardia del girone con appena 8 reti incassate. Dovendo cambiare ben tre dei quattro difensori a guardia di Francesco Forte, però, è naturale che qualche preoccupazione per il nuovo assemblaggio possa effettivamente spuntare nello staff tecnico. Malgrado ciò, volente o nolente, nel reparto arretrato Piero Braglia non potrà prescindere dal tracciare la linea a quattro che parte da Ciancio, passa per Sbraga e Bove e si chiude a Tito.

Diversamente in mediana, sebbene lo schema dell'avversario induca a pensare che l'Avellino possa schierarsi a specchio, non è assolutamente da escludere una partenza meno spregiudicata con il varo di un 4-3-3 più equilibrato e congeniale alle caratteristiche di alcuni centrocampisti come De Francesco, D'Angelo e Mastalli. Ipotesi per nulla peregrina che si sta facendo largo in queste ore. Così facendo, infatti, Braglia avrebbe inizialmente maggiori possibilità di copertura e filtro davanti ad un pacchetto arretrato davvero inedito in cui si nascondono almeno due insidie: la mancanza del ritmo partita che potrebbe accusare Andrea Sbraga, assente in campionato dalla prima giornata disputata contro il Campobasso, ma anche lo scarsissimo affiatamento della coppia centrale (Sbraga-Bove) che si è ritrovata a giocare insieme al massimo in qualche seduta di allenamento al Partenio-Lombardi. Da qui l'approfondita ripassata di ieri anche al 4-3-3 che ha visto in mediana Aloi, De Francesco, D'Angelo, Matera e Mastalli alternarsi spesso nei tre ruoli chiave del centrocampo.
In questo caso, con un posto in più da occupare nella parte nevralgica del campo, ad essere sacrificato sarebbe uno dei tre moschettieri schierati a Palermo a ridosso dell'unica punta. Di conseguenza, nel caso di 4-3-3, uno tra Di Gaudio, Kanoute e Micovschi finirebbe per essere di troppo con il romeno indiziato principale a sedersi in panchina. Al vantaggio di una maggiore copertura in fase di non possesso del pallone, tuttavia, l'Avellino finirebbe inevitabilmente per avere una minore imprevedibilità nella manovra offensiva. Vantaggi e svantaggi che Piero Braglia, ex del match con il dente avvelenato per l'esonero subito nel 2009 sullo Jonio dopo appena cinque partite, sta pesando attentamente sulla bilancia della decisione finale.
Se la ragione induce a propendere per il 4-3-3, però, va anche detto che nell'allenatore è forte la tentazione di confermare lo stesso sistema di gioco di Palermo dando anche a Kanoute la possibilità di esprimersi a briglie sciolte. Compito che il senegalese ha portato avanti al Barbera nel migliore dei modi finendo per risultare addirittura il migliore in campo.

Impressioni che ha confermato pure ieri nel corso del test in famiglia svolto per metà sotto la luce dei riflettori e con la squadra delle riserve rinforzata dai tre prestiti arrivati dalla Primavera 3 del duo Iandolo - Biancolino: il difensore centrale classe 2003 Panariello, il centrocampista 2003 Florio e l'esterno di centrocampo classe 2004 Caldiero.


Tre ragazzi che hanno in parte sopperito alle assenze numeriche degli infortunati a riprova che il loro recupero resta oggettivamente difficile.
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Il Mattino