Non si placano le polemiche intorno al giovanissimo tifoso del Napoli, che domenica sera si è ritrovato a essere fenomeno virale sulla Rete. Ad attirare l’attenzione...
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Due momenti che erano stati ripresi e condivisi sui vari social network, scatenando un enorme dibattito sul comportamento del ragazzino: mentre una parte degli utenti lo elogiava, un’altra fetta abbastanza consistente lo condannava arrivando a offendere lui e i suoi genitori. Per questo il padre, un professionista napoletano, aveva chiesto di eliminare audio e video dai profili social privati e pubblici, minacciando di denunciare chi avesse disatteso la richiesta.
A distanza di tre giorni, quando ormai le polemiche sembravano sopirsi, ci hanno pensato Giuseppe Cruciani e Giampiero Mughini dai microfoni di Radio 24 a ravvivarne il fuoco. Infatti, il primo, nel corso del programma La zanzara di cui è conduttore, ha ricostruito velocemente l’episodio, chiedendo un suo parere all’avvocato juventino di origini siciliane. E Mughini ha commentato così la vicenda: «Che Napoli, la città di Benedetto Croce, si vanti di questi exploit è molto triste. Napoli è stata una grande capitale della cultura europea». Poi, ancora sollecitato da Cruciani, si è rivolto al genitore del piccolo protagonista dei due episodi: «Al papà del ragazzo dico che mi dispiace per lui e per suo figlio. Spero che migliorerà, sennò potrà andare solo a fare il parcheggiatore abusivo, per bene che gli vada».
Insomma, per Giampiero Mughini un bambino di Napoli, che offende una squadra di calcio ha già il futuro segnato e non sarà proprio roseo. Un’uscita che ovviamente non è piaciuta al padre del baby tifoso azzurro, che ha ritenuto opportuno rispondere con una lettera aperta affidata al suo avvocato, Sergio Pisani, che a sua volta l’ha fatta pervenire alla redazione de La Radiazza. E questa mattina la missiva è stata letta in diretta sulle frequenze di Radio Marte. Di seguito ne riportiamo l’audio e la trascrizione.
Egregi Mughini e Cruciani
sono il papà di quel piccolo, birbante, futuro ed inevitabile “parcheggiatore abusivo” che abusando della sua spontanea esuberanza è inciampato nella “viralità” dell’ignoranza, unica genuina espressione di un’epoca digitale madre di una cultura di massa che mai potrà favorire il progresso del genere umano.
Ricordo un esimio giurista vissuto nello scorcio del diciannovesimo secolo che, cavalcando l’idea positivistica, figlia degenere del pensiero evoluzionistico, ritenne che il figlio del delinquente abituale non poteva diventare altro che un delinquente a sua volta.
Gli eventi successivi declassarono le teorie lombrosiane ad una semplice deviazione della matrice darwiniana e ben presto furono dimenticate. Ma questa storia, cultori come voi siete la conoscete a memoria.
Mio malgrado noto che larve di quella malattia continuano a sussistere anche al giorno d’oggi e quindi mi sento di suggerire alle popolazioni più esposte a questo virus di intervenire al più presto per evitarne il contagio.
Comprendo le esigenze del vostro lavoro, come comprendo la necessità che il gradimento sia il termometro del conto corrente di alcune categorie di professionisti; tuttavia sono aduso a credere che sia riprovevole creare un format di fortuna, o mantenerlo, speculando con generalizzazioni che non fanno assolutamente onore ad un popolo, quale quello italiano, che ha avuto la fortuna di avere una storia così elevata da essere il labaro della nostra identità.
Spero vogliate leggere in modo oggettivo questa mia risposta alle inutili offese da voi elaborate all’indirizzo di un piccolo bimbo, primo della classe, generoso e amato in modo incondizionato da parenti e amici che altro non ha fatto di male se non sfuggire alle indicazioni dei suoi genitori per affermare un proprio pensiero.
Buon lavoro a tutti e grazie dell’attenzione Leggi l'articolo completo su
Il Mattino