Banco di Sardegna Sassari-Givova Scafati, il debutto di Caja: «Sarà battaglia»

Il play Monaldi: «Abbiamo lavoranto duramente»

Il play Diego Monaldi
Ecco la nuova Givova Scafati targata Attilio Caja. Domenica sera alle 20 al PalaSerradimigli, parquet del Banco di Sardegna Sassari, ci sarà il debutto della squadra...

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Ecco la nuova Givova Scafati targata Attilio Caja. Domenica sera alle 20 al PalaSerradimigli, parquet del Banco di Sardegna Sassari, ci sarà il debutto della squadra campana con la nuova guida tecnica.  Con tutti gli effettivi a disposizione, compreso l’ultimo arrivato Butjankovs, Scafati va alla ricerca di punti utili in chiave salvezza, per allontanarsi dai bassifondi della graduatoria, con l’obiettivo di tenersi stretta la massima categoria. Non sarà semplice però imporsi su un campo ostico come quello isolano.  Al di là della posizione di classifica, il Banco di Sardegna Sassari (che nel proprio palmares annovera uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane ed una Europe Cup) è allenato da un coach navigato come Piero Bucchi ed ha recentemente sostituito il centro titolare, chiudendo il rapporto con Onuaku ed ingaggiando una vecchia conoscenza scafatese, ovvero il lungo Stephens, in gialloblù nella seconda parte della stagione 2019/2020 in serie A2. 

Il play Diego Monaldi dice: «Abbiamo cercato di sfruttare al meglio la sosta del campionato lavorando duramente, sia perché siamo reduci da una sconfitta e sia perché il nuovo coach Attilio Caja non ha molto tempo per darci la sua idea di gioco. Ci siamo subito messi al lavoro con la testa bassa, sfruttando al massimo il tempo disponibile e così arrivare alla sfida di domenica a Sassari preparati al massimo, con l’obiettivo di andare a fare risultato. Giocheremo su un campo tutt’altro che facile, ci troveremo di fronte una squadra tosta, dotata di un ottimo roster, che, al di là delle sconfitte da cui è reduce, proverà a sfruttare al meglio il fattore campo per andare a punti, ma così come loro anche noi siamo molto motivati e ce la giocheremo a testa alta». 

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Il Mattino