JuveCaserta, per Mike Carlson quarantena spagnola

JuveCaserta, per Mike Carlson quarantena spagnola
Il tempo scorre e nonostante la Lega Nazionale Pallacanestro voglia cercare soluzioni per chiudere questa stagione, diventa ogni giorno più difficile poter rivedere di...

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Il tempo scorre e nonostante la Lega Nazionale Pallacanestro voglia cercare soluzioni per chiudere questa stagione, diventa ogni giorno più difficile poter rivedere di nuovo praticabili, a breve, palestre e palazzetti. Sul tappeto anche problematiche economiche. Fra le proposte della Lnp figurerebbe quella di una decurtazione del 50% delle mensilità di marzo e aprile, se si tornerà a giocare; se anche l'A2 si fermasse, questo taglio sarà applicato con consequenziale decadenza dei contratti nel momento in cui verrà dichiarata terminata la stagione. Intanto notizie confortanti arrivano da Mike Carlson che ha deciso di raggiungere la fidanzata nel nord della Spagna. «Sto bene» conferma l'ala statunitense in forza alla Juvecaserta. «Approfitto di questa lunga pausa dell'attività per imparare meglio lo spagnolo. Per il resto, la gestione della mia giornata è molto simile a quella dei compagni di squadra in Italia. So che stanno bene insieme alle loro famiglie e questo mi fa piacere e mi rassicura afferma Carlson ma tutti siamo ansiosi di vedere cosa accadrà con il campionato».

I GIOCATORI USA
Nel frattempo sono tornati negli Stati Uniti altri dodici stranieri presenti nei roster delle squadre di A2. Si tratta di Marks e Pinkins (Torino), Miles (Orzinuovi), Campbell e Wiggs (Ferrara), Watson Jr (Forlì), Raffa e Cannon (Rieti), Moore e Gaines (Latina), James (Agrigento) e Goins (Trapani). «Nelle cittadina al nord della Spagna dove ora mi trovo con la mia ragazza e la sua famiglia la situazione non è così grave. Tuttavia continua Carlson - tutti stiamo rispettando la quarantena e speriamo che il virus passi presto». Anche il cestista Usa è in contatto con il gruppo Whatsapp dove, oltre a scambiarsi notizie, il preparatore fisico della Juvecaserta, Menico Papa, trasmette un programma per cercare di restare in forma il meglio possibile, anche se, dovendo eseguire in casa solamente esercizi a corpo libero, questa sorta di allenamento domestico resta alquanto limitativo. «Lavoro anche io al meglio che posso racconta Carlson poi mi dedico alla lettura, inganno il tempo con i videogiochi, cercando tutte le occasioni per allontanare la noia».
«TORNARE IN CAMPO? DIFFICILE»

Mike Carlson, come tutti gli atleti che fino a poco fa erano impegnati per centrare gli obiettivi stagionali, si rammarica di non essere al Palamaggiò per preparare insieme alla squadra i vari appuntamenti agonistici e anche lui s'interroga sulla possibilità di una ripresa del campionato. «Il mondo intero si sta impegnando per cercare di debellare questo virus e di risolvere questo grave problema e questo mi fa sperare che presto venga trovata una soluzione» sostiene l'ala statunitense. «Quindi c'è una possibilità che giocheremo di nuovo» auspica Carlson, ma nello stesso tempo riconosce che «è molto piccola. Penso prosegue - che tutti i cestisti vogliano finire il campionato, ma è necessario capire che questa pandemia è più importante del basket. È nostro dovere fare il possibile per fermare questo virus incalza - e in questo momento la nostra responsabilità è quella di rimanere a casa per non mettere a rischio la nostra salute e quella degli altri». Nell'eventualità che si torni a giocare in serie A2, uno dei nodi sarà il rischio di non veder rientrare alcuni dei cestisti d'oltreoceano. Se si verificasse questo caso, a prescindere dalla volontà del giocatore, magari alle prese con disposizioni dello Stato di provenienza, gli equilibri in campo risulterebbero falsati. Per ora si ragiona solo su ipotesi.
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Il Mattino