Il tempo scorre e nonostante la Lega Nazionale Pallacanestro voglia cercare soluzioni per chiudere questa stagione, diventa ogni giorno più difficile poter rivedere di...
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I GIOCATORI USA
Nel frattempo sono tornati negli Stati Uniti altri dodici stranieri presenti nei roster delle squadre di A2. Si tratta di Marks e Pinkins (Torino), Miles (Orzinuovi), Campbell e Wiggs (Ferrara), Watson Jr (Forlì), Raffa e Cannon (Rieti), Moore e Gaines (Latina), James (Agrigento) e Goins (Trapani). «Nelle cittadina al nord della Spagna dove ora mi trovo con la mia ragazza e la sua famiglia la situazione non è così grave. Tuttavia continua Carlson - tutti stiamo rispettando la quarantena e speriamo che il virus passi presto». Anche il cestista Usa è in contatto con il gruppo Whatsapp dove, oltre a scambiarsi notizie, il preparatore fisico della Juvecaserta, Menico Papa, trasmette un programma per cercare di restare in forma il meglio possibile, anche se, dovendo eseguire in casa solamente esercizi a corpo libero, questa sorta di allenamento domestico resta alquanto limitativo. «Lavoro anche io al meglio che posso racconta Carlson poi mi dedico alla lettura, inganno il tempo con i videogiochi, cercando tutte le occasioni per allontanare la noia».
«TORNARE IN CAMPO? DIFFICILE»
Mike Carlson, come tutti gli atleti che fino a poco fa erano impegnati per centrare gli obiettivi stagionali, si rammarica di non essere al Palamaggiò per preparare insieme alla squadra i vari appuntamenti agonistici e anche lui s'interroga sulla possibilità di una ripresa del campionato. «Il mondo intero si sta impegnando per cercare di debellare questo virus e di risolvere questo grave problema e questo mi fa sperare che presto venga trovata una soluzione» sostiene l'ala statunitense. «Quindi c'è una possibilità che giocheremo di nuovo» auspica Carlson, ma nello stesso tempo riconosce che «è molto piccola. Penso prosegue - che tutti i cestisti vogliano finire il campionato, ma è necessario capire che questa pandemia è più importante del basket. È nostro dovere fare il possibile per fermare questo virus incalza - e in questo momento la nostra responsabilità è quella di rimanere a casa per non mettere a rischio la nostra salute e quella degli altri». Nell'eventualità che si torni a giocare in serie A2, uno dei nodi sarà il rischio di non veder rientrare alcuni dei cestisti d'oltreoceano. Se si verificasse questo caso, a prescindere dalla volontà del giocatore, magari alle prese con disposizioni dello Stato di provenienza, gli equilibri in campo risulterebbero falsati. Per ora si ragiona solo su ipotesi.
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Il Mattino