Petrucci: «Bene la Nazionale, Brooks un ottimo innesto»

Petrucci: «Bene la Nazionale, Brooks un ottimo innesto»
Doveva essere un tranquillo seminario formativo per giornalisti, dove si parlava del rapporto tra le Nazionali di basket e la stampa e il passaggio dalla carta stampata ai social...

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Doveva essere un tranquillo seminario formativo per giornalisti, dove si parlava del rapporto tra le Nazionali di basket e la stampa e il passaggio dalla carta stampata ai social network. Invece la provocazione di Meo Sacchetti, allenatore della nazionale (“Ho saputo che tra il primo e il secondo tempo di una partita alcuni giocatori hanno usato i loro telefonini. Mi sono arrabbiato”) ha dato al dibattito all’Acqua Acetosa, a Roma, un tono molto diverso. Il presidente federale Gianni Petrucci smorza i toni proprio parlando con Il Messaggero: “Ritengo che l’argomento si possa concludere qui. Anche perché tutto quello che avviene all'interno dello spogliatoio deve restare confinato nel rapporto diretto tra giocatori e allenatore”. Però poi aggiunge a margine dell’evento: “La comunicazione è completamente cambiata nel corso degli anni. I social mi fanno leggere le cose interessanti, ma non amo molto chattare con le altre persone, non so se è il segno dell’età o del fatto che ci sono gli eroi del digitale e i vigliacchi della vita. I canali digital della Federbasket sono ottimamente gestiti da chi ne capisce più di me e sono seguiti da centinaia di migliaia di persone (oltre 122 mila su Facebook e quasi 92 mila su Instagram, ndc). Io, però, amo ancora la carta stampata e da quarant’anni ho il piacere di leggere dodici giornali quando mi sveglio la mattina alle sei”.


“La Nazionale non va in chiaro perché i diritti, a differenza della pallavolo, non sono della Federazione. Sky ha fatto una gara e l’ha legittimamente vinta, la Rai non ci è riuscita. Tutto qui – spiega Petrucci -. Però dobbiamo fare in modo che la comunicazione intorno a questo sport, che ha un numero impressionante di iscritti tra i ragazzini e attira importanti sponsor anche di peso internazionale, cresca ancora di più. In questo senso i social, usati nel modo giusto, possono essere utilissimi per la nostra visibilità”.

Soddisfatto di quello che sta facendo la Nazionale ad un passo dai Mondiali?
“Non siamo ancora in Cina, siamo sulla buona strada, ce ne basta una o due non lo so. Però diciamo che abbiamo una buona nazionale e stiamo giocando un buon basket. La Nazionale è tutto, se si vince con la maglia azzurra aumenta l’audience di tutto il movimento. L’affetto per la Nazionale non ce l’ha nessun club”.

E sull’ultimo arrivato Jeff Brooks, naturalizzato italiano per matrimonio, è chiarissimo: “E’ un bel giocatore, anche sotto l’aspetto umano. Non lo conoscevo, ma mi ha impressionato il fatto che appena arrivato a Bologna si sia isolato e abbia preso in mano un libro per imparare l’italiano. Parla già tante parole nella nostra lingua e questo è un segnale di come si stia affezionando. E’ un grande acquisto per la Nazionale, lo avete visto nelle prime due sue uscite”. Il basket, sottolinea ancora il numero uno federale, “va raccontato nella sua completezza ed è chiaro che un grande risultato servirebbe ad aumentare l’impatto di questo sport a livello globale”.


E conclude: “Proveremo a portare in Italia un girone di qualificazione degli Europei 2021. Dino Meneghin, che fa parte del Bureau Fiba, sarà parte attiva. Non sarà facile perché ci sono undici nazioni che hanno chiesto un girone, però noi dobbiamo festeggiare i 100 anni della Federazione italiana, che cadono proprio nel 2021, poi confidiamo di convincere i vertici mondiali per il fatto che in Italia non si organizzi una manifestazione di quel livello da trent’anni e che siamo tra i paesi che hanno fondato la Fiba”.
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Il Mattino