Benevento è già Cannavaro-mania: discorso da leader ai calciatori

Benevento è già Cannavaro-mania: discorso da leader ai calciatori
A Benevento già impazza la Cannavaro-mania. Nel primo giorno in città, il nuovo allenatore giallorosso, per quel poco che si è affacciato in giro, si è...

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A Benevento già impazza la Cannavaro-mania. Nel primo giorno in città, il nuovo allenatore giallorosso, per quel poco che si è affacciato in giro, si è ritrovato letteralmente sommerso dall'affetto: selfie, foto, autografi, magliette da firmare e strette di mano. Un entusiasmo dilagante sin dalle prime ore del mattino, quando Fabio, Paolo, Ciccio Troise e Franco Cotugno (mancava Jordi Garcia, in arrivo da Londra) hanno dapprima sottoscritto i rispettivi accordi biennali con il club sannita e poi visitato le strutture: lo stadio «Ciro Vigorito» per cominciare, poi il trasferimento su un van dai vetri oscurati verso l'adiacente Antistadio «Carmelo Imbriani», intitolato a quello che è stato un suo vecchio compagno di squadra nel Napoli (dal 1992 al 1995) e al quale Fabio e il fratello Paolo, nel 2012, avevano rivolto diversi appelli a non mollare nei giorni più duri della malattia che di lì a poco lo avrebbe sopraffatto.


Accompagnato dal club manager Alessandro Cilento e dal medico sociale D'Andrea, il gruppo ha visionato la palestra, le sale adibite ai massaggi e alla fisioterapia, le attrezzature. Da lì il trasferimento del gruppo per il pranzo in un ristorante della città e poi di nuovo per il primo allenamento all'«Imbriani».

Un piccolo discorso alla squadra, a fare le presentazioni ha pensato il diesse Pasquale Foggia (assente per impegni lavorativi Oreste Vigorito), che a Napoli abita nello stesso condominio di Paolo: Fabio Cannavaro al campo ha poi ritrovato anche il preparatore atletico Garcia, appena approdato nel Sannio dopo essere sbarcato a Capodichino, che ha così diretto il gruppo nella prima fase della sgambatura, quella dedicata alla corsa a al riscaldamento. Maglietta nera con le iniziali FC in perfetto british style, fischietto e cronometro al collo, il Pallone d'Oro 2006 ha subito messo all'opera i suoi ragazzi, dividendoli in due gruppi da 11 e facendoli incrociare su una porzione di campo, meno di metà, con il paletto dei due tocchi. Un primo contatto per osservare da vicino qualità tecniche e fisiche dei singoli, rapidità negli spazi stretti, propensione all'inserimento, velocità di esecuzione. Una seduta prevalentemente di conoscenza, per acquisire confidenza e tornare ad assaporare il gusto della competizione e l'odore dell'erba.

A fine allenamento, un drappello di tifosi che aveva atteso paziente ha potuto scambiare qualche rapida impressione con Fabio e Paolo, insieme in auto col minore dei due alla guida oltre agli ultimi, immancabili scatti di una giornata da ricordare. Un nuovo amore che sta sbocciando quello tra il popolo sannita e la famiglia Cannavaro, descritto alla perfezione dal meme in assoluto più calzante, ovvero l'immagine di Fabio che al posto della Coppa del Mondo, alza al cielo la bottiglia di «Strega».

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Il Mattino