Benevento, arriva la stangata: multe, 3 turni a Foggia e stop per Acampora

Benevento, arriva la stangata: multe, 3 turni a Foggia e stop per Acampora
Mano pesante del giudice sportivo sul Benevento dopo il deludente pareggio interno con il Perugia. Stangata per Pasquale Foggia, cui costa caro il temperamento focoso e lo scatto...

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Mano pesante del giudice sportivo sul Benevento dopo il deludente pareggio interno con il Perugia. Stangata per Pasquale Foggia, cui costa caro il temperamento focoso e lo scatto d'ira nel post-partita: tre giornate di squalifica comminate al direttore sportivo e un ammenda di 5mila euro per aver rivolto all'arbitro «espressioni irriguardose» e perché «dopo l'espulsione, tentava di inseguirlo e trattenuto da un dirigente (il team manager Cilento, ndr) reiterava tali comportamenti urlandogli epiteti insultanti».

Una reazione scomposta: stando a quanto dichiarato da capitan Letizia a fine partita, figlia di un atteggiamento particolarmente altezzoso, distaccato e rigido del direttore di gara Marinelli di Tivoli nei confronti dei padroni di casa. «Sono il capitano e non mi permetteva di parlare, minacciando di espellermi ogni volta che aprivo bocca. Un arbitro dovrebbe cercare il dialogo con i calciatori, altrimenti così non si può andare avanti».

Parole eloquenti, una sorta di pubblica denuncia di una situazione di nervosismo creatasi sin dal primo istante per via della poca apertura al confronto. Qualche altro giocatore avrebbe confidato che ogni qualvolta venivano richieste spiegazioni in merito a un fallo, la risposta sarebbe stata «Non mi faccio rovinare la partita da voi». A fine partita, carico per la tensione accumulata, il diesse Foggia, che già vive le partite con estrema passionalità e troppo furore agonistico per via del passato da calciatore, ha perso le staffe e in preda alla rabbia, si è lasciato andare a una serie di improperi pronunciati con eccessiva enfasi. Parole su cui avranno inciso di sicuro anche la delusione per l'andamento della partita e il risultato finale ma che comunque non sono giustificabili. Foggia è il primo a sapere di aver esagerato nei toni e nei modi, ma conoscendolo resterà della sua idea rispetto al comportamento «ermetico» del direttore di gara e a ciò che ritiene di aver subito. Ad aumentare il carico la squalifica di Acampora per una giornata (salterà la Cremonese), corredata da una multa di 1500 per simulazione, mentre Letizia a sua volta dovrà versare 1500 euro per via dell'ammonizione subita per proteste in quanto aggravata dal fatto che è capitano della squadra.

Ieri Fabio Caserta ha intanto ripreso a lavorare con i suoi ragazzi dopo aver concesso loro il lunedì libero. Ovviamente assenti i quattro nazionali più gli infortunati Pastina e Improta nella seduta pomeridiana fatta di lavoro tecnico, lavoro fisico combinato a possessi palla, oltre alla partita finale a tema. Per oggi è in programma una doppia all'«Imbriani». Il tecnico proverà ad affinare l'intesa tra i reparti ma soprattutto a lavorare su meccanismi difensivi e offensivi. Senza Glik, Ionita, Di Serio e Lapadula, oltre a Pastina e Improta, sarà costretto a operare a ranghi ridotti ma sfrutterà ugualmente l'occasione per cercare trovare soluzioni alternative. Quello contro il Perugia era un Benevento troppo brutto per essere vero. I problemi restano più o meno gli stessi ma Caserta finora non riesce a porvi rimedio. Approccio sbagliato, difficoltà nell'orchestrare la manovra soprattutto perché la squadra va in tilt quando viene pressata dagli avversari, e complicanze varie nel momento in cui i dirimpettai alzano i ritmi, che il Benevento fatica a sostenere per via delle caratteristiche dei suoi interpreti. Uno dei principali nodi è la prestazione di Calò, che ha sofferto la marcatura asfissiante di Kouan oltre alla rapidità e all'aggressività dei centrocampisti avversari. Il metodista non riceve neppure adeguata protezione dalle mezzali: Ionita ha corso tanto ma spesso a vuoto, Acampora usa troppo il fioretto e poco la sciabola. Si avverte la mancanza di un incontrista di ruolo. Il pacchetto mediano ha bisogno di acquisire maggiore personalità. Per Caserta c'è tanta carne a cuocere ma l'allenatore sa bene che mentre in trasferta certe carenze si possono mascherare, in casa quando ti tocca fare la partita, queste vengono fuori rapidamente e alla lunga finiscono col destare preoccupazione.



Le gare disputate finora dicono che forse il 4-3-3 non è (o perlomeno non è ancora) l'abito giusto da cucire addosso all'organico di cui dispone. Il 4-4-2, invece, che sia o meno un vestito calzante a pennello, se non altro pare in grado di nascondere le lacune più evidenti ed esaltare il potenziale di un attacco che senza dubbio è il reparto più forte della rosa. L'impressione è che Caserta senza un esterno bifase come Improta non si senta sicuro di applicarlo dall'inizio: ma in queste due settimane avrà tutto il tempo di sperimentare l'impiego da laterali alti dei vari Elia, Insigne, Brignola e Tello.
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Il Mattino