Napoli-Torino, Ndombele è in risalita e Lobotka non fa passare uno spillo

Napoli-Torino, Ndombele è in risalita e Lobotka non fa passare uno spillo
Imbarazza Juric e la favola dell’uomo contro uomo a tutto campo che almeno al Maradona è un raccontino per bambini. Il gol di Anguissa è irriverente per la...

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Imbarazza Juric e la favola dell’uomo contro uomo a tutto campo che almeno al Maradona è un raccontino per bambini. Il gol di Anguissa è irriverente per la libertà concessa: ma come si fa a prendere al 10’ un contropiede del genere? Se c’è una squadra che morde ogni zolla è quella in azzurro Halloween, col pipistrello sulla maglia. Poi il Napoli si acquieta che è diverso dall’addormentarsi. Fa quello che non sa fare: prova a controllare il match. Ed è solo quando decide di rifiatare che concede spazi e qualcosa al Torino. Ma è già sul 3-0. La partita non è mai in discussione ed è il modo migliore per blindare il primo posto. Anguissa è ovunque, spesso più attaccante di Zielinski, Lobotka è un cervello prezioso, Politano ha strappi unici. Passi in avanti anche per Ndombele. 

 

7 Meret 

Vede solo all’ultimo la potente conclusione di Sanabria perché coperto da due difensori: vero che gli passa assai vicino, ma non ha colpe. Velenoso il tiro di Radonjic ma Alex ha il siero per evitare di capitolare. Un paio di sbavature sulle ripartenze ma da alcuni suoi rinvii anche assist per contropiedi.

6 Di Lorenzo 

Approfitta del pallido primo tempo granata per lanciare un paio di inviti calibrati. Non soffre mai in copertura né su Vlasic che pure sulla carte è avversario insidioso e neanche nella ripresa quando spunta. Nel finale ha l’occasione per il quarto gol: anche se sembra egoista, è la scelta giusta quella di calciare in porta. 

6,5 Rrahmani 

Prende parte pure lui al mischione che porta al gol di Sanabria che è fondamentalmente figlio di una carambola ed è difficile trovare colpe specifiche. Tira dritto su buoni livelli anche nella ripresa dove solo una volta viene saltato secco. Per il resto sempre in pieno controllo delle emozioni. 

7 Kim Min-Jae 

Due spallate a Sanabria in avvio giusto per fargli capire che aria tira, fa un muro su Miranchuk: anche nei momenti più caldi, quando il Torino prova ad attaccare più con i nervi che con la testa, mantiene lucidità e si conferma il faro del reparto. E usa anche le maniera pesanti, se occorre. 

7 Mario Rui 

Chiamatelo assist-man, anticipa e brucia Singo che quasi fa sorridere per come arranca dietro di lui nell’azione fotocopia del gol di Simeone a San Siro. Un traversone straordinario. Miranchuk fa la comparsa quando si aggira dalle sue parti: non fa mai nulla di banale il portoghese. E quando esce il pubblico lo acclama.

8 Anguissa 

Tre giocatori addosso eppure di testa la prende lui, 50 metri con la palla al piede senza che nessuno riesca neppure ad avvicinarsi. Bisogna chiedere a Samantha Cristoforetti se creature simile le ha intraviste magari anche nello spazio. Pure quando perde palla, in un modo o nell’altro la riprende. Un incubo per i granata. 

7,5 Lobotka 

Centralmente non lascia neppure lo spazio per uno spillo e costringe il Toro a larghe manovre per avvicinarsi alla porta. Lukic e Linetty non riescono mai a sporcare le linee dei suoi passaggi. Ovunque, comunque. Ha una visione del gioco mostruosa e semplice: sembra che sia tutte banalità, ma è sempre devastante.

6 Zielinski 

Lukic ci (ri)mette la faccia per bloccare una conclusione quasi a botta sicura. Ha una lettura deliziosa in occasione del 3-0 e l’apertura è come un bacio d’amore: ovvio che la partita diventa poco consone alle sue doti quando il Toro si impadronisce del possesso. Non brillantissimo, ma certo non male. 

6,5 Politano 

Affronta Rodriguez ma pure Lazaro lo punta spesso e lo costringe a una enorme gara di sacrificio tattico che lo porta a retrocedere spesso e affrontare la fisicità altrui. Quando ha spazio avanza che è una bellezza pure a vedersi: è la solita goccia sulle corsie esterne, quella che lentamente scava la roccia. 

6,5 Raspadori 

Viene incontro alla palla anche per tirare fuori dalla linea uno dei centrali granata e così nasce il primo gol, quando fa iniziare la manovra in pratica da dentro la sua metà campo. Buongiorno non sa mai dove sta. Generoso, si preoccupa davvero poco di esaltare le proprie grazie, concedendosi al martirio per il bene della squadra.

7 Kvaratskhelia

55 metri a campo aperto. Tecnica e velocità. Con il sinistro. Djidji gli dà poco spazio, attira su di sé avversari e poi preferisce scaricare all’indietro limitando al minimo sindacale scatti e serpentine. Troppo spesso per conto suo, come se non capisse il tema tattico della gara: però quando ha la palla sul piede è fantasia pura. 

6,5 Ndombele 

Svirgola un rinvio in area dopo pochi secondi dal suo ingresso. Si piazza a destra della mediana, costringendo Anguissa a spostarsi dalla parte opposta: diciamo che se deve dare qualche botta al cerchio, la fa bene. E dimostra che davvero che l’esordio-choc con il Lecce è lontano anni luce. 

6 Simeone 

Buongiorno almeno non ha più bisogno del radar per capire dove sta il suo avversario: se lo ritrova sempre addosso, pronto a saltargli sul collo. Cerca di proteggere ogni volta che può il pallone, prezioso anche del provare una mano in difesa dove si fa ammirare per un paio di corse all’indietro. E qualche fallo.  

6 Lozano 

È uno di quelli che più patisce subentrare ma quando è poi in campo dà sempre certo non fa il permaloso. Dà spesso l’impressione di giocare in maniera anarchica: prende e va, ignorando di avere come soluzione anche il passaggio. Però ha piedi dolci, come quando inventa la parabola allo scadere ma Milinkovic salva.

sv Olivera 

Fa più confusione rispetto a Rui, poi proprio perché ha voglia di strafare, travolge Singo e rischia il giallo ma in ogni caso dà maggiore sostanza alla fascia sinistra dove il Torino ha spostato tutti i suoi principali interessi: probabile che con l’Ajax tocchi a lui iniziare la gara. Di certo gli servono minuti. 

sv Elmas 

Esterno nel tridente, ma per modo di dire. Nel senso che Spalletti lo vuole lì a galleggiare in mezzo, per limitare Karamoh e gli chiede di fare quello che non è: badare alle cose che succedono alle sue spalle, senza occuparsi troppo di quello che avviene davanti a sé. E non si sottrae. 

7,5 Spalletti 

Il primo gol è costruito alla lavagna, azione corale, con Raspadori che apre sulla sinistra praticamente tornando nella sua metà campo. Il canovaccio della manovra è assai simile a quello di San Siro che ha portato al gol del Cholito. Elude il pressing di Juric con tocchi rapidi e sempre di prima, pure sul 3-0 concede il possesso al Torino ma amministra le forze pensando pure all’Ajax. 

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Il Mattino