Tutti gli sport si sono fermati per il lockdown imposto dai governi di tutto il mondo per la pandemia, resistono soltanto tre campionati calcistici: quelli in Bielorussia, Burundi...
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Dopo essere stati contattati dal cronista, Francesco Baranca, responsabile dell'area integrity, e Luciano Luci, capo del settore arbitrale, hanno effettuato le dovute verifiche. La conclusione? Quelle partite non esistevano. Per rendere la truffa credibile, ci sarebbero stati magari finti aggiornamenti dei risultati da parte di scout. Ormai sui siti di scommesse appaiono pochissimi eventi. Ad esempio, negli stessi giorni della truffa ucraina ci sono state quindici gare di tornei minori russi. «I risultati erano così eclatanti da destare sospetti: si capiva che c'era chi le aveva indirizzate in un certo modo. Ovviamente è complesso poter effettuare controlli accurati quando il livello si abbassa», evidenzia il giornalista avellinese.
Truffe su partite virtuali, questa la reazione degli scommettitori clandestini che hanno visto crollare i loro affari, peraltro come il gioco legale. In Europa è rimasto un solo campionato in attività, quello della Bielorussia, dove il presidente Alexander Lukashenko considera la pandemia «solo un'isteria collettiva di cui è preda l'Occidente». Ma gli ultrà delle squadre hanno annunciato che diserteranno gli stadi per timore di contagi. Loro, almeno, hanno una coscienza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino