Calcioscommesse, Signori in tribunale: «Usato come capro espiatorio»

Giuseppe Signori
Beppe Signori in tribunale a Cremona per il calcioscommesse. Il reato si è prescritto a metà ottobre ma, prima di dichiararlo ufficialmente, il collegio dei giudici...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Beppe Signori in tribunale a Cremona per il calcioscommesse. Il reato si è prescritto a metà ottobre ma, prima di dichiararlo ufficialmente, il collegio dei giudici si è riservato, aggiornando l'udienza al 15 dicembre prossimo per approfondire il carteggio e gli effettivi tempi della prescrizione. Così, questa mattina, il calcioscommesse è tornato in tribunale a Cremona. E tra i cinque imputati rimasti, l'unico ad essersi presentato in aula è stato Beppe Signori, ex bomber di Foggia, Lazio e Bologna, vicecampione del mondo con la nazionale italiana a Usa 1994. Accompagnato dal suo avvocato, Patrizia Brandi del foro di Bologna, l'ex calciatore si è detto «sereno e totalmente convinto della mia innocenza. Sono qui - ha aggiunto - per difendere la mia credibilità e per chiedere che sia fatta giustizia, visto che non ho mai potuto domandarlo dal momento non sono mai stato ascoltato se non quasi dieci anni fa, nel 2011, nell'interrogatorio di garanzia». Signori, che ha sottolineato «il trauma personale e famigliare dovuto ad una vicenda a cui non so dare spiegazioni», è sospettato di essere tra i referenti principali dell'associazione accusata di organizzare combine: «Ma la verità è che sono stato preso come capro espiatorio, perché usare il mio nome, così come quello di Antonio Conte, garantiva interesse mediatico».

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino