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Li ha persuasi con parole semplici. «Io sono qui solo per dare una mano, siete voi i campioni d'Italia». Non esiste un metodo Calzona, inutile andare alla ricerca di qualcosa che non c'è. Il tecnico calabrese sta solo facendo l'allenatore, di campo e in campo, osservando i suoi talenti per capirne ogni pregio e ogni difetto, per poi metterli nelle migliori condizioni per farli stare come si deve in campo e dare tutto alla squadra. «Dobbiamo solo riportare fiducia», ripete agli uomini di quello che è il suo staff di aggiustatori. A cominciare da Simone Bonomi e Francesco Sinatti. Senza considerare come figure di secondo piano gli altri componenti della tavola rotonda di Calzona, Marco Brini e Gianluca Segarelli, rispettivamente match analist e collaboratore. E con lui anche nella Slovacchia. Occhio, bisogna partire da qui: non sono figure qualsiasi, queste. Perché è davvero il motto di Dumas, uno per tutti e tutti per uno. Inseparabili a Castel Volturno, dove arrivano quasi sempre la mattina presto (anche ieri erano lì nonostante il giorno di riposo), e poi anche dopo, nel tempo libero quasi sempre a cena insieme, a Pozzuoli, e poi in hotel, quello del ritiro della squadra, a due passi dalla Solfatara. Aria di casa: anche ai tempi di Sarri e poi di Spalletti, Ciccio & company hanno vissuto nei Campi Flegrei con questo legame praticamente indissolubile. Dal ristorante sul porto, alla pizzeria a due passi dall'Anfiteatro Flavio. E adesso, in questa mini-avventura da 3 mesi, hanno nuovamente piantato i piedi nella Terra del Mito. Per comodità, ma anche per scaramanzia.
Parlano sempre di calcio, anche fuori dal centro tecnico: ovunque, c'è sempre una tv accesa su qualche partita, pure straniera. Approfondiscono attraverso la conoscenza. Francesco Calzona è arrivato tardi all'appuntamento con gloria: sa che è la sua grande occasione, che questo è un treno che non passa più. Ha rivisto la compagna e la figlia dopo 15 giorni, preferendo una full immersion nel mondo Napoli senza distrazioni. In questo Calzona, Sinatti e gli altri hanno imparato dai modi di Spalletti. Che sono all'opposto di Sarri che mai lasciava il suo nido di Varcaturo. Loro no: a cena e sempre insieme. Una squadra, nella squadra. Con Paolo De Matteis, l'ex team manager del Napoli e ora braccio destro di Calzona in Slovacchia, sempre presente.
Il Mattino