Calzona, il nuovo mondo in 25 km tra Castel Volturno e Pozzuoli

L'asse indissolubile con Bonomi e Sinatti

Francesco Calzona
Francesco Calzona
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Martedì 5 Marzo 2024, 07:00 - Ultimo agg. 18:50
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Li ha persuasi con parole semplici. «Io sono qui solo per dare una mano, siete voi i campioni d'Italia». Non esiste un metodo Calzona, inutile andare alla ricerca di qualcosa che non c'è. Il tecnico calabrese sta solo facendo l'allenatore, di campo e in campo, osservando i suoi talenti per capirne ogni pregio e ogni difetto, per poi metterli nelle migliori condizioni per farli stare come si deve in campo e dare tutto alla squadra. «Dobbiamo solo riportare fiducia», ripete agli uomini di quello che è il suo staff di aggiustatori. A cominciare da Simone Bonomi e Francesco Sinatti. Senza considerare come figure di secondo piano gli altri componenti della tavola rotonda di Calzona, Marco Brini e Gianluca Segarelli, rispettivamente match analist e collaboratore. E con lui anche nella Slovacchia. Occhio, bisogna partire da qui: non sono figure qualsiasi, queste. Perché è davvero il motto di Dumas, uno per tutti e tutti per uno. Inseparabili a Castel Volturno, dove arrivano quasi sempre la mattina presto (anche ieri erano lì nonostante il giorno di riposo), e poi anche dopo, nel tempo libero quasi sempre a cena insieme, a Pozzuoli, e poi in hotel, quello del ritiro della squadra, a due passi dalla Solfatara. Aria di casa: anche ai tempi di Sarri e poi di Spalletti, Ciccio & company hanno vissuto nei Campi Flegrei con questo legame praticamente indissolubile. Dal ristorante sul porto, alla pizzeria a due passi dall'Anfiteatro Flavio. E adesso, in questa mini-avventura da 3 mesi, hanno nuovamente piantato i piedi nella Terra del Mito. Per comodità, ma anche per scaramanzia.

Parlano sempre di calcio, anche fuori dal centro tecnico: ovunque, c'è sempre una tv accesa su qualche partita, pure straniera. Approfondiscono attraverso la conoscenza. Francesco Calzona è arrivato tardi all'appuntamento con gloria: sa che è la sua grande occasione, che questo è un treno che non passa più. Ha rivisto la compagna e la figlia dopo 15 giorni, preferendo una full immersion nel mondo Napoli senza distrazioni. In questo Calzona, Sinatti e gli altri hanno imparato dai modi di Spalletti. Che sono all'opposto di Sarri che mai lasciava il suo nido di Varcaturo. Loro no: a cena e sempre insieme. Una squadra, nella squadra. Con Paolo De Matteis, l'ex team manager del Napoli e ora braccio destro di Calzona in Slovacchia, sempre presente.

Sinatti, in particolare, ha sempre avuto una ferita nel cuore: lasciare Napoli, a luglio, è stato un colpo duro da mandare giù. È stato il primo, a gennaio, ad aprire al doppio incarico. Anche se pensava sarebbe tornato a luglio. Invece, è arrivata la chiamata di Calzona. «È un sogno, sono felice come un bambino», ripeteva nella ore concitate del suo approdo a Napoli. In queste ore non è cambiato nelle abitudini e nei modi: anche se è il suo ruolo ad essere cambiato. Ha affrontato senza intoppi la truppa di ragazzotti azzurri spesso molto più fragili di quanto si pensi, ha proceduto per gradi e mai per salti, ha lavorato di psiche prima che sulla tattica. E la strada è stata quella dei lunghi silenzi: un po' per carattere un po' perché non è certo un oratore. Nessun discorso alla nazione, per carità, ma ogni volta che deve parlare, espone concetti minimi che hanno fatto breccia. 

Tre mesi appena, senza opzioni o altro. Ma una promessa: ne riparliamo in primavera. Perché De Laurentiis vuole capire chi ha tra le mani: e non è una questione legata agli obiettivi, perché sa bene che il quarto posto non è a portata di mano. Il presidente vuole capire se ha davvero la capacità di avere in pugno la squadra, come ha dimostrato in questi giorni e come Mazzarri non pare aver saputo fare. Non lo spaventa il fatto che non abbia un passato da primo allenatore, altrimenti neppure lo avrebbe mai chiamato. Calzona ha sempre avuto un rapporto diretto con De Laurentiis con cui si è sempre sentito, anche quando aveva ruoli di secondo piano. E anche adesso presidente e allenatore hanno un filo diretto. Pure ieri, per esempio, c'è stata una lunga chiacchierata per fare il punto sulla gara. E per studiare cosa fare nei 10 giorni in cui Calzona dovrà raggiungere la Slovacchia. E con lui Bonomi (Sinatti volerà negli Stati Uniti) e il resto dello staff. Difficile capire chi gestirà in quei giorni gli allenamenti di quelli che non andranno nelle proprie nazionali. Alla vigilia del big match con l'Atalanta. 

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