Giovani e campioni. Da via Ulisse Prota Giurleo al Molosiglio. Dalla periferia al centro. La Canottieri Napoli si rivolge al talent scout dall’anima giallorossa, per...
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«E’ una ripresa. Una scelta di cuore. La dirigenza ha coinvolto i canottieri. Progettare il futuro e pianificare la risalita», spiega l’ingegnere napoletano, scopritore del campione del mondo e bronzo a Rio 2016 Alessandro Velotto, il Golden Boy di Ponticelli, come i talentuosi Umberto Esposito, oro alle Universiadi 2019, e il centroboa Biagio Borrelli. Fratelli, amici, compagni di squadra. Insieme scudetti giovanili. La triade che diventa quartetto con Matteo Morelli. Moschettieri clorati. Legami indissolubili.
Forte senso di attaccamento e responsabilità. Lavoro, tanto lavoro, e immersione nell’umiltà, per tornare in alto. Mentalità da acquisire e riscoprire, senza pressione, senza fretta. Barra impostata sul lungo periodo. Un adattamento al momento, un’opportunità colta. «Forgiare campioni, formare uomini», la mission di Palmentieri.
Scelta non casuale. «Palmentieri è sempre stato legato al nostro sodalizio sia dal punto di vista affettivo che per la collaborazione tecnica. E’ bravissimo nello scoprire e far crescere giovani promesse. Alla base della sua nomina la precisa volontà da parte della dirigenza giallorossa di ricostruire il nostro straordinario vivaio», ha dichiarato il presidente Achille Ventura, d’intesa con il vicepresidente sportivo Marco Gallinoro e con il vicepresidente amministrativo Ernesto Ardia.
Scene da serie A2. «Nella finale vinta ai playoff a Civitavecchia contro Alessandro Calcaterra emerse la voglia di imporsi dei ragazzi», ricorda Palmentieri, anche direttore sportivo dell’Ischia Marine Club in serie B.
In tanti si sono legati a Palmentieri, non ultimo il bocconiano Antonio Maccioni, bronzo alle Universiadi di Taipei 2017, altro valido prodotto del vivaio del Molosiglio.
Nel 1960, anno delle Olimpiadi di Roma, il prestigioso quotidiano sportivo L’Equipe definì il CCN «il più grande ed il più forte complesso nautico d’Europa». Quei tempi appaiono lontani ma torneranno.
E un aneddoto finale, incontrando di recente Umberto Esposito, approdato alla Campolongo Hospital Rari Nantes Salerno. «Almeno ha capito che non doveva cambiare colori».
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Il Mattino