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Un brivido. Che ti assale all'improvviso in quella piazzetta accanto a via Emanuele de Deo, una salita dei Quartieri spagnoli che dal 25 novembre di due anni fa - il giorno della morte di Maradona - è luogo di culto. C'è Careca davanti al murale del suo e nostro Capitano, davanti a maglie e foto che sono state deposte da tifosi e fedeli del Diez. Antonio è commosso al ricordo del suo compagno, il partner più forte che un attaccante avrebbe potuto avere nella sua carriera. E fa partire il coro “Diego Diego”. Cantano tutti, anche l'anziana signora affacciata dal suo terrazzo dove ha fissato una bandiera azzurra. «Care', sali per un caffé».
Un brivido. E allora dalla piazzetta - dove l'ex capo ultrà Antonio Esposito detto Bostik, diventato imprenditore, ha sistemato tavolini e sedie e una bancarella che vende oggetti dedicati a Maradona - parte un altro coro. “Care' Care' tira la bomba”.
È il fascino di questi personaggi. È la bellezza di una storia di vittorie, campioni e uomini. È una domenica speciale perché si sono riuniti Maradona e Careca, che canta “Diego Diego” e alza gli occhi al cielo.
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