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La Casertana è fuori dalla serie C. La sentenza definitiva è arrivata nella tarda serata di ieri: il Collegio di Garanzia del Coni ha confermato la decisione del Consiglio Federale ed escluso i falchetti dal professionismo. Si attendono le motivazioni ma quelle contano poco: la fideiussione, presentata tardivamente, non ha convinto i giudici e neppure il legittimo impedimento nel presentarla costituito dall'istanza di fallimento pendente e cancellata solo il 14 luglio. La Casertana dice addio al professionismo dopo otto stagioni consecutive. Respinti anche i ricorsi di Chievo, Sambenedettese, Novara e Carpi. Si è salvata solo la Paganese.
È stata una giornata di passione per i tifosi e anche per la dirigenza rossoblu. La mattinata della società è cominciata prestissimo, all'inseguimento di quella fideiussione che aveva cagionato l'esclusione del club dalla serie C in prima istanza. Ultimi adempimenti da fare in tempo per l'udienza, per presentare il documento perfetto e avere qualche possibilità in più.
Il dibattimento è durato meno di un'ora (poi è toccato alle altre due escluse Novara e Carpi) ma, da quanto raccolto, non è stato particolarmente acceso. Uscito dall'aula Grassani è sembrato fiducioso e quell'atmosfera di fiducia è presto arrivata a Caserta. Ore 19: è cominciata la lunga attesa della sentenza che ha definito il futuro della Casertana.
Seduti davanti a un computer, attaccati al telefono, anche i tifosi hanno trascorso una giornata di passione. Con il passare delle ore i social si sono andati via via affollando di disperate richieste di notizie in tempo reale. Troppo alta la posta in palio: quel professionismo conquistato dopo due decenni di mortificazioni sui campi impolverati della provincia. L'attesa è andata crescendo dal 28 giugno, data in cui si seppe delle difficoltà della società a ottenere la fideiussione, fino a ieri sera in un incontrollabile parossismo. La disperazione del primo momento, collegata alla certezza che tutto fosse perduto. Come al capezzale di una persona amata, i tifosi hanno atteso con ansia notizie sulla salute della loro Casertana. E pian pianino la disperazione ha lasciato il passo alla speranza.
Col passare dei giorni i contorni inizialmente oscuri della vicenda che aveva portato all'esclusione della Casertana hanno cominciato ad arricchirsi di dettagli. Quello che sembrava incomprensibile è cominciato a diventare plausibile: l'istanza di fallimento, l'impossibilità di ottenere la fideiussione. Una speranza, subito mortificata dai motivi di esclusione pubblicati dalla Covisoc che bocciava il club anche sui criteri infrastrutturali e criteri economico finanziari. Superati: si tornava a sperare. La conferenza di D'Agostino, la scelta di Grassani, il tifo piano piano ha cominciato a credere che non tutto fosse perduto. Poi la manifestazione di giovedì scorso a Palazzo Castropignano e l'invocazione a chiare lettere: «Caserta vuole la serie C». Nulla da fare, si torna nei dilettanti. Si vedrà se D'Agostino vorrà ricorrere alla giustizia ordinaria.
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