Pippo Inzaghi: «Finiamo il torneo, il Benevento è già in serie A»

Pippo Inzaghi: «Finiamo il torneo, il Benevento è già in serie A»
«Parlare di calcio è difficile, tutti noi abbiamo fatto un passo indietro rispetto alla salute, che è la priorità più grande. Quando tutto...

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«Parlare di calcio è difficile, tutti noi abbiamo fatto un passo indietro rispetto alla salute, che è la priorità più grande. Quando tutto finirà vogliamo ricominciare a giocare: sarebbe la cosa più giusta. Vogliamo finire quello che abbiamo iniziato otto mesi fa, i campionati vanno terminati. Sarebbe la soluzione migliore per evitare equivoci ed evitare che qualcuno subisca danni».Così Pippo Inzaghi, oggi allenatore del Benevento, la squadra che domina la Serie B, e ieri centravanti del Milan, intervenuto a Sky Sport 24.


Inzaghi, che alla guida dei sanniti ha dominato il campionato cadetto, (è primo a +20 sulla seconda), ha poi aggiunto: «Noi siamo pronti a giocare a giugno, luglio e agosto, vogliamo finire questo campionato, qualsiasi altra decisione penalizzerà qualcuno. Si andrà nei Tribunali, qualche club scomparirà, per cui il calcio rischierebbe di perdere due anni, non due mesi». Sul Benevento, Inzaghi fa notare che, «la nostra società merita di giocare in A, siamo in Serie A da febbraio. Non vedo alternative. Per il bene di tutto il sistema si deve giocare. Le vacanze le abbiamo fatte in questo periodo. Abbiamo disputato quasi 30 partite, ci manca poco per finire, magari giocheremo ogni tre giorni, per la regolarità del campionato e per i sacrifici di tutti».

Infine, sul Milan e sul fratello Simone, che allena la Lazio: «Indossare la 9 in rossonero è dura, ma penso che, se quella maglia oggi la indossasse Ibra, la maledizione sarebbe già finita. Si tratta di una maglia importante, che deve essere indossata dai grandi. Non era giusto che venisse ritirata dopo il mio addio, non è stato fatto per Van Basten. Mio fratello Simone? È più bravo di me, da lui c'è solo da imparare, il suo gioco è moderno e la Lazio uno spettacolo».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino