Il Liverpool fa mea culpa: dietrofront sulla cassa integrazione

Il Liverpool fa mea culpa: dietrofront sulla cassa integrazione
Una bufera così sul Liverpool non si era mai vista. Non è stata proprio una buona idea per il club inglese, primo in classifica a + 25 dal Manchester City (hanno una...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una bufera così sul Liverpool non si era mai vista. Non è stata proprio una buona idea per il club inglese, primo in classifica a + 25 dal Manchester City (hanno una gara in meno) prima della sospensione della Premier a causa del Coronavirus, chiedere i contributi governativi per integrare i compensi dei lavoratori del club (copertura dell’80%, ma sono esclusi staff e calciatori), volendo seguire la strada tracciata da Newcastle, Tottenham e, in forme diverse, da Norwich e Bournemouth. Proprio i Reds che avevano annunciato, qualche settimana fa, un utile ante imposte di 48 milioni di euro e un aumento del fatturato di 605 milioni di euro nel 2018-2019 (oltre che avere il terzo monte stipendi, quasi 129 milioni di euro). «Sono disgustato», il pensiero di Collymore, ma molti altri ex giocatori - su tutti, Carragher e Hamann - si sono detti disgustati. Una polemica che ha fatto scendere in campo il sindacato dei tifosi del Liverpool, Spirit of Shankly, ma anche i parlamentari locali Dan Carden e Ian Byrne e altri politici, tra cui il sindaco di Liverpool, Joe Anderson. Tutto questo ha spinto i Reds a fare dietrofront: «Sono stati considerati una serie di possibili scenari. Riteniamo di essere giunti alla conclusione sbagliata e siamo davvero dispiaciuti per questo», ha spiegato Peter Moore, il direttore generale, per poi aggiungere: «Nonostante fossimo in una posizione salutare prima di questa crisi, i nostri ricavi sono diminuiti, mentre le spese rimangono. E come quasi tutti i settori della società, c'è una grande incertezza e preoccupazione per il nostro presente e futuro. Il club continua a prepararsi per una serie di scenari diversi, ma è inevitabile che molti di questi comportino una forte flessione delle entrate, con perdite operative senza precedenti».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino