Damato non ha visto: era accecato dal sole

Damato non ha visto: era accecato dal sole
Partiamo dai fatti: visto che l’obiettivo di quest’anno era (è?) il secondo posto ma in campionato e non, come pure qualcuno avrebbe potuto pensare guardando...

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Partiamo dai fatti: visto che l’obiettivo di quest’anno era (è?) il secondo posto ma in campionato e non, come pure qualcuno avrebbe potuto pensare guardando ieri la partita, quello a sedere sull’altalena di uno dei tanti chalet sul lungomare di Mergellina, il Napoli con il Sassuolo doveva vincere. E invece ha pareggiato, due a due, e qui, chiaramente, sarebbero ben giustificati improperi e eccessi d’ira. Senonché, sempre ieri e sempre con il Sassuolo, il Napoli stava perdendo ed è qui, in questo punto focale della faccenda, che gli animi si rdevono rasserenare per forza. Poteva andare peggio.


Potevamo tornare da Reggio Emilia senza manco un punto e i cuppetielli appresso. E invece siamo tornati con un punto e un attaccante in più, Milik, tornato finalmente al gol dopo mesi di assenza e tribolazioni post infortunio. Perché allora teniamo questo brutto sapore in bocca, come se avessimo avuto la sciagurata idea di bere un caffè non zuccherato fuori Napoli? Perché il pareggio agguantato nel finale dal redivivo Arcadio non vale a mitigare l’amarezza? Perché il Napoli ieri doveva vincere e bast! Sfortunatamente, tuttavia, a quanto pare con questo imperativo morale e etico non erano d’accordo, nell’ordine: l’arbitro, che esattamente come Hysaj era accecato un poco dalla fame e un poco dal sole preprandiale e non ha visto un rigore solare su Mertens; la traversa della porta del Sassuolo che si è frapposta tra Mertens e un gol su punizione che si preannunciava epico come un bus dell’Anm si frapporrebbe tra un napoletano e la sua necessità di arrivare in orario a un appuntamento di vraghetta o di lavoro; il piede di Koulibaly che invece di stoppare un pallone l’ha fatto roteare inventando un nuovo tipo di moto gravitazionale per cui un difensore e le jastemme si attirano in misura direttamente proporzionale ai gol degli avversari; il palo sempre della porta del Sassuolo che ha ricacciato indietro un gol già bello e fatto di Insigne allontanando il pallone dalla linea di porta manco fosse un addetto del call center di una compagnia telefonica. E infine lui, Hamsik, che con un assist meraviglioso travestito da errore a centrocampo, ha mandato direttamente in porta uno degli emiliani. 


Sia chiaro. Che il capitano vada perdonato subito, de iure, e senza alcun bisogno di discutere, è indubbio. Quel che è dubbio, a questo punto, è dove passeremo quest’anno il Ferragosto, se ‘ncopp ‘a ‘na spiaggia o su un campo di pallone per provare a giocare la Champions...
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Il Mattino