Anno nuovo, ed è rivoluzione in Ferrari. Con il 2018 chiuso a zero titoli, la Rossa ha deciso di ripartire con un cambio al vertice a sorpresa: Mattia Binotto, direttore...
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Motivi personali insomma dietro l'addio, ma certo non possono non aver pesato le delusioni anche della scorsa stagione. E comunque la Ferrari si sarebbe trovata a scegliere tra l'uno e l'altro dopo che a Binotto erano arrivate offerte da altre scuderie come la Mercedes e la Renault. E che qualcosa si stava muovendo a Maranello lo si era capito prima di Natale in occasione della premiazione dei Caschi d'Oro a Milano dove si era notata l'assenza del dt Binotto, secondo alcune voci corteggiato appunto da altri team, e Arrivabene aveva tagliato corto per non alimentare indiscrezioni: «Non ci sarà alcuna rivoluzione - aveva però assicurato lo scorso 13 dicembre l'ormai ex team principal - nella nostra scuderia, la vera rivoluzione è rappresentata da Leclerc, un pilota giovane in un top team. Nel 2019 vogliamo il titolo, dobbiamo dimenticare i successi del 2018 e ricordarci le vittorie mancate per migliorare».
Al nuovo che avanza alla guida, Leclerc appunto, il team ha affiancato la promozione da numero uno al muretto di Binotto, da 25 anni vestito di rosso e salito al vertice della direzione tecnica nel luglio del 2016 con l'addio di James Allison con il campionato del mondo di formula 1 ancora in corso e passato in seguito ai rivali della Mercedes.
Il Mattino