Figc, l'anatema di Tavecchio: «Gravina? Si è perso tempo»

Tavecchio
«Gravina è un uomo di esperienza» ma «il 29...

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«Gravina è un uomo di esperienza» ma «il 29 gennaio è stato fatto un errore. Non si dovevano attendere tanti mesi, inutilmente, per arrivare alla stessa conclusione». Lo ha detto l'ex presidente della Figc Tavecchio in una lunga dichiarazione rilasciata al blog di informazione sportiva 'Graffisulpallone.com' di Vittorio Galigani, ex dirigente del Taranto calcio e di club come Verona, Ternana, Fano, Cagliari e Pescara e Potenza. A proposito dell'ex presidente della Lega Pro Gabriele Gravina, che si appresta a diventare il prossimo presidente della Figc, Tavecchio ritiene come il 29 gennaio «sia stato fatto il più grande errore dal punto vista politico della Federazione. In quella data si doveva eleggere il mio successore e non sarebbe stata concessa nessuna possibilità di ingerenza da parte del Coni. Con l'operazione delle mie dimissioni, avendo io convocato l'assemblea per quella data, avevo in precedenza stoppato quella voglia, quella iniziativa, quella frenesia del Coni di mettere le mani sulla Federcalcio». Tavecchio afferma di non aver compreso «ancor oggi, perchè non si è trovato l'accordo. Mi sembrava un fatto importante per creare le premesse delle riforme. Negli ultimi mesi avevamo anche tenuto dei contatti con Gravina e con i rappresentanti dei calciatori per creare i presupposti per la riforma dei campionati. Per avere una prospettiva che io avevo chiamato la madre di tutte le battaglie. È stato un errore tattico e politico della Federazione». Parlando delle sue dimissioni, Tavecchio dice che «sono state una scelta etica e morale. Non mi sarei mai dimesso, ma nessuno si voleva prendere le colpe della mancata qualificazione dell'Italia ai mondiali. La colpa allora se l'è presa il presidente. Davanti alla mancate dimissioni di quelli che erano i responsabili della disfatta contro la Svezia». Era, aggiunge Tavecchio, «uno stillicidio quotidiano. Di stampa e di Coni. Addirittura a 'Che tempo che fà è andato in televisione lui stesso (Malagò), la sera. Davanti alle defaillance di altre federazioni non era mai andato». È stata «una rovinosa caduta - insiste l'ex presidente della Figc - l'aver incaricato il Coni a discutere la questione finale e a trattare le questioni federali».
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Il Mattino