Gattuso ha preso la sua decisione. Non era in dubbio, ma ogni scadenza mette sempre un po' di ansia. Entro il 30 aprile Rino ha la possibilità di comunicare al Napoli...
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Insomma, il dado è tratto: Gattuso resta e non ci pensa più. Ora c'è una seconda scadenza, nero su bianco, nel contratto del tecnico calabrese. Perché è De Laurentiis che entro l'8 giugno può dare il benservito a Gattuso, anche in questo caso per la presenza di una clausola rescissoria con una risoluzione onerosa da parte del Napoli. Ma, nessun segnale porta in questa direzione. Nonostante rapporti scintillanti, frutto di due caratteri spigolosi. E magari qualche perplessità a gennaio che hanno spinto De Laurentiis a pensare a una alternativa (per esempio, Juric del Verona). Gattuso e il Napoli ancora insieme, dunque. Ma questo non significa che la questione del contratto di Gattuso è archiviata: perché con Jorge Mendes, prima del lockdown, il presidente De Laurentiis aveva fissato appuntamento proprio a Barcellona per discutere il prolungamento del contratto di Gattuso (ma anche del destino di Ghoulam). Ballava e balla l'offerta di un triennale. Ed è evidente che è quello che si aspetta l'allenatore azzurro: non vuole iniziare la stagione avendo in mano un contratto in scadenza. E soprattutto spingerà per poter allargare il suo staff di collaboratori. Ma la sua permanenza è garanzia per il Napoli del futuro: Gattuso è ambizioso, e non poco, e certo non accetterebbe di restare sulla panchina di una squadra che non punti in alto, che non abbia in mente di poter competere con la Juventus. Vero che nell'ultimo faccia a faccia con il presidente, a Castel Volturno, ha affrontato (esclusivamente) il discorso delle cessioni eccellenti. Sa bene che qualche big, qualcuno della vecchia guardia, andrà via e che ci sarà una rifondazione. Magari, in tono ridotto rispetto a quelle che erano le intenzioni iniziali di De Laurentiis perché l'emergenza scatenata dalla pandemia non potrà consentire le operazioni di mercato che erano nei programmi. Ma nessun ridimensionamento, anzi.
Toccategli tutto, ma non il suo Napoli. Non le sue fatiche e i suoi sforzi per arrivare fin qui. Sente sua la squadra, ha uno spirito di appartenenza che quasi stupisce per il fatto che è qui solo da metà dicembre. Ha voluto in tutti i modi prendere parte alla colletta per integrare lo stipendio dei dipendenti in Cassa integrazione. Perché sa che questi gesti uniscono. Attende di capire come si comporterà De Laurentiis con il taglio degli ingaggi: tutti sono pronti a un sacrificio, ma aspetta un incontro (ovviamente in video) per capirne l'entità. Il Napoli potrebbe orientarsi a decurtare la parte di stipendio relativa al periodo che va dallo stop degli allenamenti, il 12 marzo, fino al giorno della ripresa degli allenamenti. Insomma, non più di due mesi. Anzi, qualcosa di meno di sicuro. Gattuso è preoccupato soprattutto per i suoi collaboratori, anche loro con l'ingaggio di marzo congelato. Sono membri della sua famiglia allargata e ogni cosa che fa per loro resta riservata, anche perché non ha certo bisogno di pubblicità. Questi sono giorni di lavoro per lo staff di Rino, passati al telefono a rispondere ai quesiti dei calciatori, ad illustrare i programmi di lavoro e così via. Ma non solo: perché in questi giorni Gattuso e i suoi sono al lavoro anche per pianificare la ripresa degli allenamenti, con il tipo di preparazione che dovrà essere fatta. Un inedito, per tutti. Con un timore che va al di là delle paure di un contagio: quello degli infortuni muscolari. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino