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Partita combattuta fino al 35’. Poi l’allungo decisivo, una spallata forte che arriva con Michineau, ancora protagonista nel finale, con Howard e due triple d’oro ma soprattutto con uno Stewart sontuoso, assoluto protagonista della gara. Una furia, in attacco e in difesa, una reattività atletica spaventosa. Per lui a fine gara 29 punti, con 4/6 da due, 4/6 da 3 e 9/11 dalla lunetta. Si diceva di Howard che nel momento topico ha piazzato canestri di platino, un Williams che dopo un intero quarto a guardare per problemi di falli, ha trovato un paio di zampate importanti.
Napoli con questa vittoria si avvicina alla salvezza, ora le manca un’ultima vittoria, come detto. Repesa, il coach della Climamio che battè la Carpisa nella semifinale scudetto del 2006, è tornato dunque sul luogo del delitto ma è andato via a testa bassa. Pesaro con questo ko saluta forse i playoff. Un applauso per Carlos Delfino, 41 anni, vecchio bucaniere dei parquet, che è sempre un modello da ammirare. Ai marchigiani non è bastato un ottimo Cheatam, mentre l’ex Totè dopo un buon inizio, ha fatto tanta confusione. Era l’ultima al Palabarbuto, ora bisogna solo conquistare gli ultimi 2 punti in trasferta per restare in A.
Pesaro parte con le marce alte, Napoli risponde con energia sospinta dal tifo assordante. Dopo 4’ è 11-11, con Totè protagonista.
Ad inizio terzo periodo arriva il quarto fallo di Zerini e scatta l’emergenza. Pancotto lo tiene in campo fidando sull’esperienza, intanto la Carpegna va a +1 (59-60). Napoli è tutta sulle spalle di Stewart, match equilibratissimo e ci pensa Howard a dare una spallata. I pesaresi sono sempre lì, Pancotto sceglie di inserire Dellosto dopo il quinto di Zerini ma Cheatam banchetta nell’area (71-71). Al 30’ è 73-73. Stewart è una macchina, Wimbush scalda la mano è c’è il +4, poi Stewart completa l’opera (85-79). E’ il primo break serio, ma la Carpegna torna a -1. Poi un nuovo break a 4’ dalla fine, (90-84), quindi un altro 5-0 per il +11. Sembra fatta, la partita scivola via, Pesaro ci prova ancora ma sbaglia in un paio di occasioni e il gap resta ampio. Il pubblico canta a squarciagola, Rahkman sbaglia due liberi. Mancano 60 secondi, dieci punti sono margine sufficiente. C’è un’azione da rivedere al replay, gli arbitri consegnano la palla ai marchigiani ma arriva un altro errore dai 3 punti e nel tripudio generale la Gevi può festeggiare.
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