Il Giro d'Italia parte dall'Ungheria: tra otto giorni lo show a Napoli

Il Giro d'Italia parte dall'Ungheria: tra otto giorni lo show a Napoli
Parte oggi dall'Ungheria (14° inizio al di fuori dei nostri confini) il Giro d'Italia numero 105. Parte in maniera anomala, con un traguardo iniziale infatti in...

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Parte oggi dall'Ungheria (14° inizio al di fuori dei nostri confini) il Giro d'Italia numero 105. Parte in maniera anomala, con un traguardo iniziale infatti in salita, nei dintorni di Budapest, un Giro che discretamente anomalo, se non pure imprevedibile, si presenta nella sua totalità. Niente prologo a cronometro, o una scialba volata, per la prima rosa, oggi, bensì una ascesa ruvida fino al traguardo del Castello di Visegrad, che incoronerà un primo vincitore che non sarà solo, ne siamo certi, un trionfatore di giornata. E poi un percorso che presenta solo 26 chilometri contro il tempo, con la breve crono di domani, a Budapest, 9 chilometri, e quella finale, una canonica Verona-Verona, nella frazione conclusiva di domenica 29.

E nello spartito delle tre settimane di corsa il percorso ci sciorina una sequenza di ascese importanti, sin dalla giornata dell'Etna (quarta tappa), al Rifugio Sapienza, che segnerà dopo le tre tappe iniziali in terra magiara, il primo traguardo nazionale. E poi avremo Potenza (settima tappa) e il Blockhaus (nona tappa), come arcigne tradizionali asperità del Centro Sud, prima della sequenza delle salite alpine e dolomitiche, dall'arrivo in salita di Cogne (quindicesima tappa) a quello di Aprica, con il Mortirolo e il Valico di Santa Cristina (sedicesima tappa), alle giornate cruciali di Lavarone, Santuario di Castelmonte e della Marmolada (ventresima tappa), alla vigilia del sigillo finale contro il tempo di Verona.

In questa antologia dell'epica del ciclismo, di arrivi che hanno salutato Merckx e Pantani quantomeno, uno spazio emozionante questo Giro riserva a Napoli, e alla Campania. Sabato 14, difatti, Napoli torna ad ospitare, e lo fa ci sembra con dovizia di passione, una tappa del Giro. Nove anni dopo lo sprint di giustezza di Cavendish, un quarto di secolo dopo la vittoria maestosa di Cipollini, il Giro d'Italia si fermerà a Napoli sabato 14 maggio, con una tappa, la nona, che ha i caratteri topografici avvincenti di una classica fiamminga. Già, non solo una passeggiata a spron battuto di fronte al mare di via Caracciolo, bensì il gomitolo di un circuito senza respiro, quello dei Campi Flegrei, da Lucrino a Monte di Procida a Lucrino, da inanellare cinque volte, che si profila come il terreno ideale per gli attacchi di coraggiosi. O anche, perché no?, di campioncini in divenire. Questa tappa, può indirizzare in questo Giro del 2022 anche la rotta di un pronostico inatteso.

Edizione senza padroni designati del vapore, assenti infatti Roglic e Pogacar per la loro devozione contrattuale al Tour, assente per i postumi di un infortunio grave Bernal, l'ultimo vincitore, questo Giro che parte ci sembra in favore di giovani sfrontati: pensiamo all'olandese Van der Poel, all'eritreo Girmay, quello che ha riscritto la storia del ciclismo vincendo a Gand, pensiamo innanzitutto a due ragazzi italiani, compagni di squadra nella Eolo Kometa, il bolognese Lorenzo Fortunato e il salernitano, Vincenzo Albanese. In un elenco di partenti che vede come favoriti Tom Dumoulin e Richard Carapaz, vincitori nel 2017 e nel 2019, e come outsider principi Esteban Chaves e Wilko Kelderman, sconfitti recidivi, il ciclismo tricolore strutturato prova ad affidare ancora il testimone a Vincenzo Nibali, tre Giri conquistati e quasi 38 anni, non più primavere sui muscoli ma autunni, e a Domenico Pozzovivo, 40 anni a novembre e troppe cicatrici sulla pelle. 

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Il Mattino