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L’Augusta National si presenta in tutto il suo splendore: il verde che abbaglia, le macchie di colore delle azalee, l’imponenza delle piante. I fairway sono generosi, il rough è di fatto inesistente. Sembra facile. Sembra. In realtà, l’incanto alla vista serve solo a ingannare: il percorso è disseminato di trappole. Da mal di testa i green, levigati e duri come il marmo, dove è difficile fermare la palla e dove tremano i polsi quando si impugna il putter. Insomma, quanto di più perfido un giocatore si trova costretto ad affrontare. Gli score della prima giornata del Masters lo dimostrano. Solo 12 (su 88) hanno chiuso sotto par. In questo esiguo gruppetto, c’è però chi non si è fatto ammaliare dall’Augusta Masters. La gara dell’inglese Justin Rose è stata magnifica, impeccabile, nonostante i bogey iniziali alla 1 e alla 7. Dalla 8, il cambio di passo: eagle e poi birdie alle buche 9, 10, 12,13, 15,16 e 17. Impressionanti il gioco e soprattutto i putt: solo 23 per uno straordinario -7 finale. Due secondi posti in bacheca sono forse il preludio di una vittoria. Vedremo. Alle sue spalle l’americano Bryan Harman e il giapponese Hideki Matsuyama che hanno chiuso con un ottimo -3. Segue un quartetto composto dagli americani Will Zalatoris, Webb Simpson e Patrick Reed (vincitore nel 2018) e dal sudafricano Cristiaan Bezuidenhout, tutti a -2. Buone conferme da Jordan Spieth, oramai recuperato: alla 9 ha segnato sullo score un brutto triplo, ma poi si è ripreso alla grande, chiudendo a -1 e tenendo viva la candidatura alla vittoria. Deludente, invece, la prova di Bryson Dechambeau: lo scienziato pazzo del golf ha trovato enormi difficoltà soprattutto nei colpi al green. Ha chiuso +4. Di sicuro è corso subito in campo pratica per cercare di risolvere - in modo scientifico – i problemi incontrati.
Francesco Molinari si è assestato a metà classifica, con +2: 4 bogey e due birdie.
Per chiudere, Rory McIlroy: il campione ancora in cerca della sua prima giacca verde. Come da tradizione ha fallito il primo giro (+32 nei primi giri nei major dal 2015 a fronte del -64 nei successivi 3). Ad Augusta, poi ne combina sempre qualcuna: ha chiuso a +4 (61ma posizione), ma soprattutto alla 7, dopo essere finito a sinistra con il primo colpo, ha sbagliato di grosso il secondo, colpendo alla gamba uno spettatore. Cose che capitano nel golf, ma solo Rory riesce a beccare, tra tutti, proprio il padre. Il quale, va detto, l’ha presa con filosofia:«Quando lo vedo gli chiederò di regalarmi un guanto autografato…». Sarà, ma di certo, da oggi il signor Gerry McIlroy si terrà un po’ più alla larga da quel figlio tutto genio e sregolatezza.
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