Coronavirus, Gran Premio di Australia cancellato, la F1 si arrende in colpevole ritardo

La pista di Melbourne
A Melbourne è notte fonda quando è stato deciso di cancellare il Gran Premio di Australia a Melbourne, prima prova del Mondiale 2020. La F1, Liberty Media, la FIA,...

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A Melbourne è notte fonda quando è stato deciso di cancellare il Gran Premio di Australia a Melbourne, prima prova del Mondiale 2020. La F1, Liberty Media, la FIA, gli organizzatori australiani, tutte le squadre, hanno provato a far finta di nulla, come se l'emergenza Coronavirus dovesse rimanere fuori dai cancelli/tornelli che danno l'accesso al paddock, sorvegliati neanche si fosse alla CIA.


Un mondo dorato, un mondo a parte. E soprattutto, questa idea che il Coronavirus fosse "roba di altri" era tutta inglese, un popolo incapace di comprendere che il covid19 non conosce confini. Destino ha voluto che fossero tutti provenienti dalla Gran Bretagna le persone dei team con sintomi di influenza (McLaren, Haas, Williams). Un membro della McLaren è risultato positivo ai controlli e di conseguenza il team di Carlos Sainz e Lando Norris aveva deciso di non partecipare al Gran Premio. L'allarme è aumentato e alla fine con colpevole ritardo è stato cancellato. Ma per arrivare a tale decisione sono servite riunioni infinite: le prime voci parlavano della volontà di proseguire comunque, effettuando almeno le prove libere del venerdì, poi la ragione ha preso il sopravvento. Certo, ci sono contratti milionari in ballo, ma altre serie motoristiche (la MotoGP e la Formula E, per restare su scala globale) hanno accettato di doversi arrendere. Per non parlare di altre competizioni sportive.


Il temporeggiare non è piaciuto agli appassionati (ben 300mila i biglietti venduti a Melbourne), e probabilmente nemmeno agli investitori: la F1, quotata in borsa al NASDAQ, oggi ha perso il 12% del valore azionario. Forse non è solo colpa dell'emergenza Coronavirus in sé, ma anche di come è stata gestita questa vicenda dalla proprietà del Circus. Si sta facendo tardare persino l'ufficialità, con la notizia data in anticipo da diversi organi di informazione.Il calendario aveva già subìto il rinvio della tappa in Cina del 19 aprile, nel paese d'origine dell'epidemia, e ormai appare in serio dubbio anche l'edizione inaugurale del Gran Premio del Vietnam, prevista il 5 aprile, con il governo di Hanoi che ha rafforzato le restrizioni sui visti. Persino il round in Bahrain del prossimo weekend, nelle intenzioni programmato a porte chiuse, è da considerarsi in bilico. Se venisse cancellato, si prospetterebbe un avvio del Mondiale 2020 in Olanda, addirittura a maggio. Sempre che il Coronavirus abbia abbandonato il pianeta... Leggi l'articolo completo su
Il Mattino